Thomas Bernhard: l'ossessione come sistema

Convegno

Theatrum Philosophicum

In occasione della prima messa in scena italiana di Elisabetta II >> di Thomas Bernhard, il prof. ALESSANDRO FAMBRINI, docente di Letteratura tedesca presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento, terrà una lezione pubblica dal titolo "Thomas Bernhard: l'ossessione come sistema".
Conduce l’incontro Michele Flaim.

A vent’anni dalla scomparsa di Thomas Bernhard, la messa in scena di Elisabetta ii , per la regia di Teresa Pedroni e con Roberto Herlitzka come protagonista e interprete dell’interminabile monologo sul quale l’autore austriaco costruisce il suo teatro e il suo mondo, è un’occasione splendida per tornare a fare i conti con una delle voci più originali e graffianti della letteratura contemporanea di lingua tedesca. Tra il 1970 di Una festa per Boris e il 1988 di Piazza degli eroi, il suo ultimo testo drammatico, si svolge il cimento con la scena di uno scrittore che non fa distinzione tra teatro e vita, che affronta l’uno come se fosse l’altra e viceversa, affidando ai disperati assolo dei suoi personaggi una testimonianza che è fatta di dolore e di protesta, ma anche, proprio nell’intensità di quelle voci, di vitalità inesauribile e di energia instancabile. Eppure, continuando il filo tortuoso della sua narrazione, il teatro di Bernhard sembra inconciliabile con i postulati della messinscena tradizionale: personaggi immobili, azioni inesistenti, un ricorrersi di frasi che sono pronunciate ad alta voce, ma sembrano provenire dai meandri più reconditi dell’animo: e tuttavia, per un miracolo della parola (e dell’interpretazione dei suoi attori), le sue pièce sono capaci di tenere avvinto il pubblico come quelle di pochi altri drammaturghi contemporanei. Tra queste non fa eccezione Elisabetta ii , uno dei suoi ultimi testi, del 1987, ancora una volta un monologo virato sull’eccesso, sulla dismisura, sulla furia antiaustriaca che, nel caricarsi di iperboli, stravolge il suo obiettivo immediato e va a configurarsi come estrema denuncia di una condizione che trascende il qui e ora, e trasforma la “austriacità” in una condizione metafisica in cui tutti, in tutto il mondo, possono rispecchiarsi. Da qui, probabilmente, il fascino ipnotico delle sue pagine e del suo teatro.
ingresso libero


organizzazione: Centro Servizi Culturali S. Chiara - Facoltà di Lettere e Filosofia