Tiziano Fratus, poeta e cercatore d’alberi

Tiziano Fratus, cercatore d’alberi impareggiabile, formulatore di una vera “dendrosofia”, racconta di sé, di alberi e Boschi e delle sue poesie creaturali: poesie visive ”a geometria fogliare”, appena pubblicate da Libreria Della Natura.

Incontri e convegni

 In un’epoca di crolli e cedimenti delle ideologie due visioni della vita e del mondo hanno ripreso vigore: la spiritualità e un più stringente dialogo sulla natura, i due pilastri intorno a cui ruota la scrittura di Tiziano Fratus.

Ha poco meno di trent’anni Tiziano Fratus quando raggiunge uno dei cuori della California, Big Sur; lì dove il vento spira ininterrottamente ed aleggiano gli spiriti di scrittori come Jack Kerouac e Alan Watts, Fratus incontra le prime sequoie millenarie, perdendosi in un’epifania. “La terra” per Fratus come per Pannikar “è un vivente tanto nelle sue parti come nel suo insieme”.

Tiziano Fratus nasce a Bergamo nel 1975 e cresce in Lombardia e Piemonte. Negli anni degli studi universitari inizia a frequentare il teatro, anzitutto le compagnie di ricerca, e cura i primi titoli per la casa editrice Editoria & Spettacolo. Nel 2002 scrive il monologo in versi L’autunno per Eleni che viene rappresentato in una galleria di Torino, inaugurando una stagione di lavoro sulla poesia, sfociato nel 2006 nella fondazione del Festival Torino Poesia e nella direzione delle annesse edizioni che hanno pubblicato quaranta titoli in cinque anni. Durante un viaggio in California incontra le sequoie millenarie e conia il concetto di Homo Radix, dal quale conseguono la pratica dell’Alberografia e la disciplina della Dendrosofia che ridefiniscono la propria esistenza. Ispirandosi al concetto di “minimalismo sacro” o “minimalismo mistico”, riconosciuto in musica per il lavoro di Alan Hovhaness e John Tavener, Simeon Ten Holt e Arvo Part, Stephan Micus e Harold Budd, conduce una pratica quotidiana di meditazione in natura e lavora alla scrittura di una serie di volumi e personali fotografiche; ha curato per sei anni la rubrica “Il cercatore di alberi” per «La Stampa» e attualmente scrive sulle pagine de «Il Manifesto».

Fratus è autore di una costellazione editoriale che abbraccia poesia, narrativa, saggistica e fotografia. Ne fanno parte: Homo Radix e Le bocche di legno (Edizioni Marco Valerio), La linfa nelle vene (Nerosubianco), la “Tetralogia della natura arborea” composta per le Edizioni della Meridiana (Taccuino del cercatore di alberi. Giardini Botanici Hanbury, Gli alberi pensano al mare, Il bosco di Palermo, L’alber de Milan), Vecchi e grandi alberi di Torino (Fusta/La Stampa), Questi occhi mettono radice (Mucchi), Il sussurro degli alberi. Piccolo miracolario per uomini radice (Ediciclo); tre volumi pubblicati dagli Editori Laterza (L’Italia è un bosco, Il libro delle foreste scolpite, L’Italia è un giardino), Manuale del perfetto cercatore d’alberi (Feltrinelli), l’eplorazione italiana I giganti silenziosi (Bompiani), il romanzo forestale Ogni albero è un poeta. Storia di un uomo che cammina nel bosco (Mondadori), la fiabelva gotica per ragazzi Waldo Basilius (Pelledoca), Il bosco è un mondo. Alberi e boschi da salvare in Italia (Einaudi). Alla pratica meditativa ha dedicato Il sole che nessuno vede. Meditare in natura e ricostruire il mondo (Ediciclo). La voce di Tiziano Fratus è parte delle collettanee Italy and the Environmental Humanities (University of Virginia Press) ed Il capitale naturale in Italia (Edizioni Ambiente/Banca Mondiale), edito anche in lingua inglese. Per il 2019 è in lavorazione la migrazione californiana Giona delle sequoie (Bompiani).