Tra conservazione della biodiversità e conflitti: il cervo nel Parco Nazionale dello Stelvio

Convegno

Serate al museo per parlare di fauna

Si terrà mercoledì 2 dicembre, alle 20.30, il nuovo appuntamento con gli INCONTRI AL MUSEO PER PARLARE DI FAUNA. Titolo dell'incontro con Luca Pedrotti, Tecnico faunistico del Parco Nazionale dello Stelvio, sarà: TRA CONSERVAZIONE DELLA BIODIVERSITA' E CONFLITTI, IL CERVO NEL PARCO NAZIONALE DELLO STELVIO.
Il territorio del Parco Nazionale dello Stelvio ha svolto un ruolo estremamente importante per il ritorno del cervo sulle Alpi italiane ed è tuttora fondamentali per lo sviluppo e la conservazione delle sue popolazioni. Con una popolazione primaverile che negli ultimi anni oscilla tra i 2.000 e i 2.700 individui e con una densità media all'interno del Parco stimata intorno ai 20 cervi per kmq, il cervo della Val di Sole rappresenta una delle realtà faunistiche più importanti - e a volte ingombrante - di tutto l'arco alpino. Questi "grandi numeri" sono il risultato finale di una escalation, dapprima lenta e inavvertita, e poi negli ultimi decenni esplosiva e sotto gli occhi di tutti. Tale situazione con elevate concentrazioni, che si protrae ormai da numerosi anni, sta creando effetti significativi su altre componenti dell'ecosistema e problemi alle attività umane legate alla conservazione dei paesaggi tradizionali.
Su queste premesse si sono basate le scelte per lo studio e la gestione della popolazione di cervo in Val di Sole e da queste considerazioni è nata quindi la consapevolezza dell'importanza di avviare uno studio approfondito - e a livello locale - sulla demografia, sulla condizione e sui movimenti stagionali del cervo nel Parco dello Stelvio e in Val di Sole e sui suoi rapporti con il resto dell'ecosistema. Gli studi e le azioni attivate in questo ultimo quinquennio hanno permesso di conoscere nel dettaglio lo stato delle popolazioni e di avere un buon quadro degli impatti ecologici e sociali in atto.
In alcuni casi le modifiche degli equilibri ecologici causano effetti non prevedibili che portano ad un notevole incremento numerico di alcune specie. La trasformazione degli ecosistemi operata dall'uomo può aumentare la disponibilità di cibo, causare la scomparsa di specie predatrici o in competizione, o costringere una specie in ambiti più ristretti per il disturbo antropico (è il caso del cervo che non può più disporre delle zone di svernamento tipicamente poste lungo i fondovalle). In tal caso può succedere che l'aumento di una determinata specie abbia a sua volta un effetto negativo su altre specie che condividono gli stessi habitat o entri in conflitto con le attività umane. E' questo il caso del cervo nel Parco Nazionale dello Stelvio che grazie all'ampia disponibilità di habitat idonei ed alla tranquillità accordata dall'area protetta è cresciuto sino a raggiungere densità naturali molto elevate che creano una situazione di "sovrabbondanza". Il dibattito sulla necessità di gestione della popolazione di cervo all'interno del Parco si focalizza inoltre sulle possibilità di stabilire quale sia il livello di autoregolazione naturale delle popolazioni. Gli attuali quesiti e ipotesi sulla regolazione naturale e sulla stabilità degli ecosistemi non possono essere risolti sul medio-breve periodo dal metodo scientifico. Nel caso specifico dello Stelvio il livello di autoregolazione della popolazione di cervi sembra essersi assestato su valori di densità che comunque creano un notevole impatto all'ecosistema. Questo significa che la definizione di chiari obiettivi e motivazioni dovrà tenere in debito conto anche gli aspetti sociali ed economici.

La conferenza è un'interessante opportunità per i docenti: su richiesta sarà rilasciato un certificato di partecipazione valido ai fini dell'aggiornamento.


organizzazione: Museo Tridentino di Scienze Naturali