Tre punti di rosso

Convegno

Tra storia e romanzo, ma più storia che romanzo: è la vita di Alfonsina Gonzaga, sposa di Gianangelo Gaudenzio Madruzzo, vissuta tra la fine del Cinquecento e la prima metà del Seicento (1580-1647), dei quali una cinquantina trascorsi a Riva del Garda, quasi sempre nella Rocca. Il libro «Tre punti di rosso» di Luisa Gretter Adamoli, sottotitolo: «L’affascinante e misconosciuta vita di Alfonsina Gonzaga Madruzzo» (ed. Curcu & Genovese >>, 2011), è presentato sabato 22 ottobre a Riva del Garda, alle 18 in Rocca. Dove visse lungamente.

Il romanzo inizia con la scopertura del sacello, davanti all'altar maggiore, dei committenti dell’Inviolata, il capitano Gianangelo Gaudenzio Madruzzo e la moglie Alfonsina, effigiata da Martino Teofilo Polacco all’interno della prima cappella Inviolata, dedicata a San Carlo. Tutto ruota intorno ai tre punti rossi del dipinto del Polacco, ovvero il cuscino di velluto su cui è inginocchiata Alfonsina; la mantellina cardinalizia del santo dell’effigie e la tenda sollevata dalla serva intrigante. Tre punti che rappresentano una complessa realtà, come tessere di un puzzle che il romanzo vuol ricostruire, per accostarli, metterli in comunicazione, dar loro un senso.

Poco più che ventenne Alfonsina Gonzaga Madruzzo è data in sposa a Gianangelo Gaudenzio Madruzzo, uno dei personaggi più in vista del Tirolo, capitano della Rocca di Riva del Garda, legato da grande amicizia al duca di Mantova, Vincenzo I Gonzaga. Alfonsina lascia così la pianura per affrontare il viaggio verso il grande lago e un marito del tutto sconosciuto. A Riva del Garda trascorre un’esistenza di agi, di affetti e di ricchezza ma anche segnata da lutti, frustrazione profonda e impegni gravosi. Nonostante tutto, tra numerosi cambiamenti e colpi di scena, da ragazza timida ed esitante, Alfonsina diventa signora di potere, amata e rispettata. Fu l’unica donna committente mai ritratta da un pittore (in questo caso Martino Teofilo Polacco) in una chiesa, l’Inviolata, che dopo la morte del marito l’aveva vista partecipe della sua costruzione, in una cornice d’arte di sorprendente bellezza. Tutto ciò in un territorio, quello del principato vescovile di Trento, governato dagli ultimi eredi di una dinastia legata a doppio filo sia all’impero sia al papato della Controriforma, in uno scenario di vaste dimensioni come quello del Sacro Romano Impero.

Luisa Gretter Adamoli
Scrittrice e poetessa, è alter ego dell’architetto Antonello Adiamoli (con cui collabora in vari lavori) e scrive poesia (appartiene al Cenacolo di Elio Fox) e romanzi (nel 1998 «Affinché ognuno sappia», premio Papaleoni narrativa).


organizzazione: MAG Museo Alto Garda