Trentamila "Tirolesi" in Brasile. Storia, cultura, cooperazione allo sviluppo

Convegno

Venne definito "elettrica scintilla" o anche "febbre" o "smania" quando, a partire dal 1847, apparve nei territori dell'attuale regione Trentino-Alto Adige, allora appartenenti al Tirolo, il fenomeno dell'emigrazione di massa verso il Brasile. Le cronache dei giornali, dalle valli, assumevano i contorni del fatto epocale: gente che raccoglieva in fretta il poco di cui disponeva, strappava porte e finestre e le vendeva al prezzo della legna da ardere, si portava alla stazione e partiva. Nel giro di 3-4 anni erano già partite per quella destinazione più di 10mila persone (ne partiranno forse 30mila entro il 1914). Di loro si disse di tutto e il contrario di tutto: che erano finiti in paradiso e all'inferno. Ma con l'andare del tempo prevalse l'idea che si fossero chiusi in una bara verde: una foresta tropicale inospitale e nemica, priva di comunicazioni. E quando la storiografia prese ad analizzare la loro vicenda, i concetti di sofferenza, abbandono, privazioni e miseria ritornarono ad essere elementi interpretativi preponderanti.
Eppure, nel Sud del Brasile, negli stati di Paranà, Santa Caterina e Rio Grande do Sul, e più a nord nello stato di Espirito Santo, la foresta aveva lasciato il posto a centinaia di comunità. L'agricoltura stava alla base del loro sviluppo, ma anche l'artigianato e, in alcune zone, primi esempi di industrializzazione si ebbero dopo qualche decennio. E così, nelle terre del latifondo caffeicolo, San Paolo, Minas Gerais e Rio de Janeiro, figli e nipoti di quei "tirolesi" col passare delle generazioni riuscirono in parte a costituire una loro proprietà terriera e in altri casi ad urbanizzarsi inserendosi nei settori del commercio e dell'artigianato.
A 125 anni da quelle prime emigrazioni sappiamo di una zona "italiana" nel Sud brasiliano che rappresenta un polo di sviluppo per l'intero paese. E di una lingua, "el talian", che pur parlata da milioni di persone, sta soffrendo, sotto l'incalzare dell'idioma nazionale, il portoghese-brasiliano.
Di tutto ciò vuole interessarsi il convegno "Trentamila Tirolesi in Brasile", a cui sono stati invitati i maggiori studiosi brasiliani, italiani e trentini che dell'argomento si sono interessati negli ultimi decenni. Per definire il percorso storico di quel gruppo migratorio, la sua genesi e il suo sviluppo, fotografare la situazione attuale e, se possibile, tentare un'analisi delle prospettive. Il tutto nel quadro di una cooperazione internazionale, tra Europa e Brasile nel nostro caso, che potrebbe unire di nuovo, almeno in parte, i destini di due popoli che l'oceano avevano diviso.


organizzazione: Regione Autonoma Trentino Alto adige