Trigomigo d'estorias
Compagnia il Melarancio (Cuneo)
Trigomigo d'estorias
Testo e regia di Marco Alotto
Con Gimmi Basilotta
"...come la vacca Moria...che voleva vedere il mare e un giorno è partita, ha attraversato tutte le montagne ed è arrivata davanti al mare..."
Un tempo nei paesi di montagna delle Alpi si raccontava di una mucca che era partita per andare a vedere il mare, d'altronde a quel tempo, da quelle parti pochi lo avevano visto...il mare e probabilmente quella mucca a forza di sentire parlare del mare...un giorno, vinta dalla curiosità, si era messa in viaggio.
"Trigomigo d'estorias", sono storie che s'intersecano tra loro, proprio come in un trigomigo, termine occitano che significa intreccio, groviglio, cosa difficile da dipanare, difficile quindi cercare il capo, l'inizio, il bandolo della matassa, perché quel bandolo sta nel prima, nella notte dei tempi, è da cercarsi in quelle valli al confine della Francia dove si parla questa strana lingua, l'occitano appunto, che sa di spagnolo di francese e quant'altro ancora, è da cercarsi nella terra, tra la nebbia, nell'acqua, dove nelle notti buie apparivano, appaiono? sarvan (folletti), masche (streghe) e tutte quelle creature sovrannaturali che da sempre popolano i racconti della gente di montagna.
Un tempo queste storie venivano raccontate da cantastorie che giravano per i paesi e oltre a raccontare questi uomini compravano oggetti, vendevano unguenti, guarivano da piccoli e grandi mali. Oppure si ascoltavano al calore della stalla, riscaldati da mucche compiacenti, nelle sere d'inverno, alla luce di un'unica lampada.
All'inizio del secolo, si assiste in queste valli e in tutto il Piemonte, al fenomeno dell'emigrazione: migliaia di persone partono, lasciano le loro case e partono per Genova...e da Genova per l'America...
anche le nostre storie s'imbarcano, masche e sarvan riempiono le notti sulla banchina della nave e poi in America, forse, quella strana lingua occitana, si mescola con l'americano...forse...o forse non tutte le navi arrivano nel nuovo continente ma vengono inghiottite dal mare e con le navi anche le storie vengono inghiottite...
il mare lava, sbianca, leviga, purifica...
e dentro una metaforica "pancia della balena" un uomo, un sopravvissuto, un moderno cantastorie, non più girovago, che conosce mille storie, e mille oggetti inghiottiti dal mare...
lavati, sbiancati, levigati, purificati...
anch'essi divorati dalla balena...
s'incontrano miracolosamente...
e in quell'antro cavernoso al lume di una sola lampada, al caldo non più della stalla ma del ventre di un cetaceo compiacente, quelle storie risuonano con più forza, la pancia del grande mammifero fa da naturale cassa armonica...
Le piccole storie di quelle strette valli, da cui erano partite, diventano "piccole, grandi storie universali".
organizzazione: Biblioteca Intercomunale di Andalo, Molveno, Fai della Paganella, Cavedago - Sostegno dell'APT dell'Altopiano della Paganella