Tristissimi giardini
Futuro Presente
Spettacolo di Vitaliano Trevisan
con musiche di Ettore Martin
Animali, vegetali, persone, sentimenti, pensieri, ovvero merci e flussi di merci, e in definitiva tutto ciò che si muove in e per il territorio (quello del nord-est), si regola sullo stesso metronomo, lavora con gli stessi secondi, o meglio, nel caso umano, ne ha limpressione; ma negli interstizi, nelle pieghe, nei bordi, negli spazi residui, abbandonati, ai margini, fuori dal flusso, un altro tempo lavora e così in ogni caso moriamo. Curioso: i luoghi in cui più intensamente se ne percepisce la presenza sono le fabbriche abbandonate. La prima impressione che si ricava, esplorando questi spazi, è che lì il tempo si sia improvvisamente fermato, ma naturalmente no, non è così, solo non scorre, non fluisce, soggiorna, abita il luogo, ne pervade latmosfera, si fa respirare, toccare, pensare, e nel mentre lavora, indifferente, con ostinata determinazione. Un po diario, un po saggio, un po monologo.
Tristissimi giardini di Vitaliano Trevisan è tutto questo e di più. È uno dei libri più interessanti del panorama della narrativa italiana in grado di raccontare un territorio quello del nordest a suo modo emblematico e rappresentativo dellintero Paese. In ciò che Trevisan racconta nel libro e in questo spettacolo cè sì il Veneto contemporaneo con la sua periferia diffusa ma anche lItalia tutta con le sue contraddizioni.
organizzazione: Associazione Incontri Internazionali di Rovereto