Tutta un'altra Germania: da Renn a Fauser

Il germanista Marco Federici Solari viene a presentarci due chicche editoriali che fotografano una Germania lontana dai soliti cliché.

Incontri e convegni , Presentazione libro

Ludwig Renn è stato uno scrittore comunista sempre in prima linea nelle battaglie culturali e ideologiche del suo tempo. Appartenente all’aristocrazia sassone, visse sulla propria pelle lo shock della vita di trincea durante la Prima guerra mondiale. Nella Repubblica di Weimar, nominato capo della polizia di sicurezza a Dresda, si rifiutò di far sparare sugli operai in rivolta ponendo così fine alla propria carriera. Nel 1928 con la pubblicazione di Guerra raggiunse una fama internazionale. Arrestato dai nazisti per il suo impegno politico, dopo trenta mesi di carcere si arruolò nelle brigate internazionali della Guerra civile spagnola, durante la quale strinse un sodalizio amicale con Hemingway, che si ispirò al suo romanzo per le scene belliche di Addio alle armi. Passò gli anni del secondo conflitto mondiale in esilio in Messico per poi rientrare in Germania Est dove venne celebrato e onorato, divenendo anche presidente onorario dell’Accademia delle arti.

Il suo "Guerra" racconta la guerra così com'è: un libro semplice, impietoso ed essenziale che da solo vale più di ogni atto d'accusa.

Partito per la Grande guerra imbevuto di nazionalismo e, come tanti giovani entusiasti, convinto che la vittoria arriderà ai tedeschi in un lampo, l’appuntato Renn rimane presto traumatizzato dalla brutalità delle battaglie e dall’abbrutimento nelle trincee e, dieci anni dopo, racconta il proprio vissuto in un resoconto di sconvolgente concretezza. Capolavoro di oggettività, diretto e velocissimo, Guerra fu salutato come il grande libro pacifista del suo tempo insieme a Niente di nuovo sul fronte occidentale di Remarque e divenne subito un best seller internazionale.

L’orma, dopo oltre settant’anni di oblio editoriale, lo ripropone nella mirabile versione dello scrittore e reduce Paolo Monelli, che trasformò la pratica della traduzione in opera di testimonianza.

Jörg Fauser (1944-1987) invece è stato poeta, romanziere, sceneggiatore e giornalista, ma anche magazziniere, imballatore, guardiano di notte e fattorino. Fedele al progetto di voler vivere «un’esistenza di lavori normali e nel tempo libero buttare giù un paio di opere immortali», si è impiegato nelle occupazioni più disparate e ha animato molte delle imprese editoriali più radicali della controcultura tedesca. Come autore ha spaziato tra generi diversi scrivendo, tra l’altro, gialli di successo e una biografia di Marlon Brando. Nel 1984 ha pubblicato Materia prima, libro di culto di una generazione, annoverato dalla «Frankfurter Allgemeine Zeitung» tra i romanzi tedeschi più belli del dopoguerra. È morto in circostanze misteriose il giorno del suo compleanno mentre tentava di attraversare a piedi l’autostrada. Charles Bukowski lo definì «il duro per eccellenza».

Il suo "Materia prima" è un libro divertente, cinico e profondamente autentico: per Barry Miles "il miglior romanzo sugli anni Settanta che abbia mai letto".

Harry Gelb ha sete. Sete di vita, di intensità, di gloria. Una sete inestinguibile. Per placarla viaggia, si droga, beve e, soprattutto, scrive. Va alla ricerca di estasi ed esperienze, ossia della «materia prima» dalla quale trarre i romanzi e le poesie con cui è determinato a entrare nella storia della letteratura. Il fiume in piena dei fermenti europei degli anni Sessanta e Settanta lo sballottola tra Istanbul, Berlino e Francoforte tracciando le spire di una gioiosa catastrofe: un incessante vagabondare tra case occupate, lavori precari, assemblee del movimento studentesco e scalcagnate redazioni letterarie. Sempre a rotta di collo, con come unici porti franchi il bancone di una bettola, l’abbraccio di un amore corsaro, i tasti di una macchina da scrivere. Inseguendo Dostoevskij, Fallada e la Beat Generation (fino a convocare William Burroughs tra i personaggi del romanzo), l’«outsider tra gli outsider» Jörg Fauser descrive, con uno stile inconfondibile fin dalla prima riga, anno dopo anno, sbronza dopo sbronza, le passioni e i tradimenti di un’intera utopia sociale. Sarcastica anatomia dell’irrequietezza e della dipendenza, Materia prima racconta gli slanci e i passi falsi di una picaresca vocazione alla scrittura e alla rivolta.