Tutto o niente

Cinema

Uk, 2002
Titolo originale: All or nothing
Durata: 128'
Genere: Drammatico
Regia: Mike Leigh
Cast: Timothy Spall, Lesley Manville, Ruth Sheen

L'amore di Penny per Phil sta svanendo. Lui è un gentile e filosofico tassista, lei lavora alla sorveglianza di un supermarket. La loro figlia Rachel fa le pulizie in una casa per anziani e il loro figlio Rory è disoccupato e aggressivo. La gioia sta svanendo dalla vita di Phil e Penny, ma quando Rory si ammala improvvisamente e viene portato in ospedale, saranno finalmente pronti per riscoprire la loro unione e il loro amore.

di Paolo Boschi
Secondo consolidata consuetudine Mike Leigh torna dietro la macchina da presa per proporci una storia d’ordinaria umanità di periferia allo sbando, priva di concessioni a partire dal titolo, Tutto o niente appunto, passato in corcorso all’edizione 2002 del Festival di Cannes. I quattro componenti del clan Bassett, la famiglia protagonista del film, vivono nella suburbia londinese, in uno dei numerosi grigi condomini di cemento che comprimono i radi spazi verdi sottostanti: c’è Phil, corpulento tassista dall’espressione perennemente triste e sempre in apprensione per sbarcare il lunario; c’è la moglie Penny, impiegata come cassiera in un supermercato, una donna sfiorita e senza sogni, dolente ed insoddisfatta; e ci sono i due figli Rory e Rachel, entrambi obesi, sfaccendato ed aggressivo il primo, silenziosa addetta alle pulizie in un ospizio per anziani la seconda. La vita del gruppo familiare procede stancamente, priva di sorprese e senza alcuna speranza di cambiamento all’orizzonte: da tale sconsolante linea non si discostano le quotidianità dei vicini dei Bassett, da Ron, collega di Phil, sposato con un’alcolizzata e padre di una figlia scostante e disposta a concedersi ad uno sconosciuto per un briciolo d’amore, alla solare Maureen, ragazza madre di Donna, cameriera priva di prospettive ed emula del grande errore materno, essendo rimasta incinta di un bulletto sfregiato, rozzo e manesco, che peraltro non intende assumersi il fardello della paternità. Da Tutto o niente, lo si intuisce dai disarmanti dettagli biografici dei protagonisti, non c’è da aspettarsi brio o ritmo, soltanto sprazzi di vita vissuta, questo sì: a completare il quadro contribuisce il lirico obiettivo di Mike Leigh, capace di estrapolare frammenti di verità dai suoi personaggi, presentati attraverso un’ottica corale e stringente. C’è da aggiungere che, rispetto a pellicole più intriganti come Ragazze o (soprattutto) Segreti e bugie, Tutto o niente è basato su un plot forse troppo scarno sul fronte narrativo, al punto che il drammatico infortunio cardiaco occorso al figlio Rory – grimaldello emotivo per l’emersione di rancori sentimentali sommersi e stratificati, per la loro esplosione e per lo sbocciare di una nuova speranza – si profila come una boccata d’ossigeno utile per portare d’un fiato gli spettatori verso un inatteso happy ending. Da vedere.
da: www.scanner.it/cinema/allnothing2296.php


organizzazione: Associazione Nuovo Cineforum Rovereto