UTOPIA500. La cecità di H. G. Wells metafora dei nostri tempi

Nuovo appuntamento di Utopia500 - Cercando una società più giusta: la compagnia ariaTeatro porta in scena Nel paese dei ciechi tratto dall’omonimo racconto di H. G. Wells con Giuseppe Amato, Chiara Benedetti e Denis Fontanari

Incontri e convegni
Nel paese dei ciechi [ AriaTeatro]

Se solo pensiamo di vivere la nostra quotidianità limitati nel movimento, nella vista, nell’udito, ci rendiamo subito conto di quanto dovremmo rallentare, quanto dovremmo chiedere, a quanto dovremmo rinunciare per continuare la nostra esistenza. Ma che succederebbe se in un mondo di non vedenti, in cui la vita è organizzata per chi non ha più occhi, arrivasse un vedente? Potrà portare nuove visioni che allargano gli orizzonti o sarà costretto ad adattarsi a quella vita per lui alterata e che, alla fine, lo rende paradossalmente meno abile?  

Si immagini un paese i cui abitanti abbiano perduto del tutto il ricordo della vista. In cui l'oscurità abbia preso il posto della luce. Si immagini una civiltà prospera, che abiti una valle incantata ricca di ogni bene, ma che non contempli la possibilità di superare i confini delle rocce che la circondano. E si immagini infine l'arrivo di un uomo da oltre quei monti, dal mondo grande e immenso che si estende a perdita d'occhio fino ad arrivare alle coste dell'oceano. Un conquistatore arrivato da lontano, un messia, uno straniero. Con il suo carico di incredibili storie e fantasie, sulla possibilità di percepire la realtà attraverso linguaggi fino a quel momento sconosciuti: colori, fisionomie, distanze. Un nuovo arrivato che potrebbe fornire la possibilità di solcare finalmente un sentiero di conoscenza verso la libertà. Potrebbe. Eppure, l'uomo che ha visto la luce, non sa come dichiararsi alla comunità abituata al buio e convincerla ad abbracciare con coraggio una via nuova. L'uomo venuto dal grande mondo non ha armi per portare la libertà tra chi non ha occhi per vederla. 

Il racconto è metafora della cecità da più punti di vista: ammonisce coloro che si adeguano a un mondo senza più visioni e non accolgono la voce che può aprire a mondi nuovi; dall’altra, ricorda che non sempre chi è abile ha più strumenti per leggere e capire la realtà. 

 

Proprio gli spunti offerti su questi temi dallo spettacolo, la serata sarà introdotta da una riflessione sulla cecità come metafora tenuta da Massimo Rizzante, professore associato di letteratura italiana contemporanea all'università di Trento e da una testimonianza di Giuliano Beltrami che si fermeranno in sala per un confronto con gli artisti e il pubblico al termine della performance.

 

Nel paese dei ciechi con Giuseppe Amato, Chiara Benedetti e Denis Fontanari; adattamento e regia Chiara Benedetti; scene e luci Federica Rigon. Introducono la serata Massimo Rizzante, docente di letteratura italiana contemporanea all'Università di Trento e Giuliano Beltrami con una testimonianza.

 

Ingresso libero.

 

Contatti

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ariaTeatro

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organizzazione: Progetto della casa editrice Il Margine e della Provincia di Trento, che coinvolge una serie di enti culturali trentini