Ucraina: Quo Vadis?

Convegno

Mercoledì 13 gennaio 2009, alle 17,30, a Trento, nella Sala degli Affreschi della Biblioteca comunale (Via Roma 55) il Centro Studi sulla Storia dell'Europa Orientale organizza l’incontro-dibattito Ucraina: Quo Vadis?. Intervengono Federigo Argentieri, Giovanni Bensi e Fernando Orlandi. Introduce Massimo Libardi.


Il giorno di Natale l'agenzia stampa Unian ha pubblicato un documento segreto, trafugato da Yaroslav Kozachok, stretto collaboratore del presidente uscente Viktor Yushchenko. Il documento altro non è che un accordo segreto fra Yushchenko e il leader del Partito delle regioni Viktor Yanukovych. Per questo patto segreto, che prevede la nomina di Yushchenko a primo ministro nel caso della vittoria di Yanukovych, Kozachok si è dimesso.

Yushchenko e Yanukovich si sono precipitati a dire che si trattava di un falso e la segreteria del presidente ha fatto in modo che della faccenda non se ne discutesse in televisione, facendo scattare l’accusa di ingerenze e censura. La procura generale ha poi aperto una bizzarra indagine che ha per oggetto la pubblicazione di "segreti di stato". E come, se si tratta di un falso?

Che dice questo documento? Dice di una intesa finalizzata a stabilizzare la vita politica del paese, per porre termine alle continue scaramucce e alle accese contese che hanno devastato l'Ucraina in questi ultimi anni. Le due parti si impegnano a un compresso, a evitare di sollevare le questioni che dividono il paese, quali i test di conoscenza dell'ucraino nelle scuole e nell'università, il russo quale seconda lingua di stato e il referendum sulla Nato. Le due parti si impegnano poi a non attaccarsi reciprocamente.

Yuliya Tymoshenko è la rivale. Yushchenko l'ha accusata di essere "antipatriottica", perché nelle sue vene scorre poco sangue ucraino, ma soprattutto l'ha attaccata per l'accordo sul gas raggiunto con il primo ministro russo Vladimir Putin, accordo che gode del sostegno di Bruxelles, desiderosa in tutti i modi scongiurare una nuova guerra del gas. Yushchenko ha invitato a votare per un "primo ministro ucraino" (vale a dire se stesso), che non venderà l'Ucraina alla Russia, come farebbe invece Tymoshenko, permettendo alla Flotta militare russa del Mar Nero di restare nel porto di Sebastopoli dopo il 2017 (anno in cui l'Ucraina dovrebbe ritornare in pieno possesso della sua base marittima).

Funzionerà questo patto segreto? Probabilmente a vincere sarà ancora una volta l'instabilità politica, con la Rada, il parlamento di Kiev, che in ogni caso non approverà la nomina di Yushchenko a primo ministro, anche nel caso di una vittoria di Yanukovich.

Le elezioni del 17 gennaio sono particolarmente importanti per il futuro del paese, che ha dilapidato le opportunità che si aprivano con la vittoria della "Rivoluzione arancione", che soffre una profonda crisi economica (il declino nel 2009 è stato di circa il 15%) e la cui popolazione disillusa nutre anche scarsa fiducia nella propria classe dirigente.

Il Fondo Monetario Internazionale è intervenuto più volte per salvare le finanze ucraine, ma oramai si è giunti al fondo del barile, perché Kiev non ha attuato le riforme promesse, perdendo credibilità sulla scena internazionale.

E poi c'è la Russia, con il Cremlino cheh fatica a rinunciare alla base navale di Sebastopoli e soprattutto non vuole che il paese possa liberamente entrare a far parte dell'alleanza transatlantica, la Nato. Nonostante la Nato non sia più fra le priorità di Kiev, ancora di recente Sergei Karaganov, capo del Consiglio per la politica estera e della difesa della Federazione Russa, ha minacciosamente fatto sapere che un ingresso dell'Ucraina nella Nato porterebbe "alla minaccia di una guerra su vasta scala in Europa".

A discutere di quanto sta accadendo in Ucraina, il 13 gennaio si troveranno Federigo Argentieri, Giovanni Bensi e Fernando Orlandi. Introduce Massimo Libardi.