Ucraina: la guerra infinita
Massimo Libardi dialoga con Fernando Orlandi.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj, indubbiamente un grande comunicatore, ha parlato ai parlamenti di quasi tutte le democrazie come a grandi avvenimenti dell’intrattenimento, quali il Festival di Cannes e quello di Venezia e anche ai Golden Globes. Senza scatenare alcuna polemica.
Nel nostro paese le cose sembrano andare diversamente. Il paio di minuti di Zelens’kyj al Festival di Sanremo in cui testimonierà della terribile distruzione cui è sottoposto quotidianamente il suo paese che strenuamente tenta di preservare la sua libertà ha sollevato un inusitato malanimo. Tranchant un dirigente della RAI intervistato da La Stampa: “A Sanremo hanno fatto carne di porco, da Saviano in giù è intervenuto chiunque”.
In Ucraina, la situazione sui campi di battaglia è decisamente problematica: la Russia sta preparando una nuova mobilitazione, 300-350mila uomini da dispiegare tra la fine di febbraio e la metà di marzo. Queste settimane sono di guerra di attrito, con alte perdite di vite umane, specie per le tattiche impiegate dai comandi russi che poco rispetto hanno per vite dei loro stessi soldati.
“Pioggia di missili” è l’espressione ricorrente sulla pagine dei giornali e nei notiziari televisivi di queste ultime settimane. E così è stata anche questa domenica, con Kherson bombardata in modo atroce per tutto il giorno: colpiti edifici residenziali, strutture sociali e di trasporto, un ospedale, un ufficio postale e una stazione degli autobus.
Difficilmente i carri armati pesanti, per i quali si è finalmente addivenuti alla decisione di fornirli, potranno cambiare la correlazione delle forze: sicuramente arriveranno dopo la prevista offensiva russa. A Berlino una tragicommedia durata dieci mesi ha reso evidenti i problemi di credibilità come statista del cancelliere Olaf Scholz e della SPD (gli ucraini hanno chiesto i Leopard 2 il 3 marzo 2022); ancora peggio i francesi con i Leclerc, con Emmanuel Macron paralizzato nel processo decisionale. Per tradurre in consegne effettive i 14 Leopard 2 della Germania, inoltre, servirà del tempo. Saranno molto più veloci i trasferimenti dalla Polonia e da altri paesi, ben più impegnati nel sostenere la difesa dell’Ucraina.
Come le tessere di un domino, la decisione sui carri pesanti sembra avere reso possibili altre forniture fino a pochi giorni fa impensabili: sono in corso negoziati sui missili a lungo raggio per gli HIMARS (questi sì che davvero potrebbero cambiare la situazione a favore degli ucraini, rendendo possibile l’interruzione delle vie di rifornimento ai russi) e anche le discussioni sull’eventuale trasferimento di cacciabombardieri di nuova generazione sembrano non essere più un tabù.
Ma come si è arrivati a questa situazione?
Le radici di questo conflitto affondano nel passato. Nell’incontro con Massimo Libardi e Fernando Orlandi che si terrà giovedì 2 febbraio alle 20,30 nello Spazio Civico Albano Tomaselli (Piazza 4 Novembre - Strigno), verranno presi in esame i principali temi della propaganda incessantemente veicolata da Mosca da un quindicennio e quanto questi afferiscano con la realtà oppure con l’universo orwelliano del Cremlino. Si discuterà non solo della prospettiva della “guerra infinita” ma si volgerà altresì lo sguardo verso la storia passata.