Un Solzhenitsyn inedito

Convegno

Il Centro Studi sulla Storia dell'Europa Orientale organizza a Trento, mercoledì 2 maggio, alle 17,30, nella Sala degli affreschi della Biblioteca comunale (Via Roma 55), l’incontro-dibattito Un Solzhenitsyn inedito. Intervengono Sergio Rapetti e Piero Sinatti. Introduce Fernando Orlandi .

Il cinquantesimo anniversario della pubblicazione Solzhenitsyn di Una giornata di Ivan Denisovich di Aleksandr ha offerto al CSSEO l’occasione più opportuna per riaprire il discorso, troppo prematuramente chiuso, almeno nel nostro paese, sul valore, letterario e testimoniale e sul significato storico della letteratura russa del dissenso, segnatamente, quella dedicata al tema cruciale del Ventesimo secolo: quello delle deportazioni di massa e del fenomeno concentrazionario del Gulag.
Nel primo incontro ci si è soffermati sul carattere storicamente dirompente dell’Ivan Denisovich solzhenitsyniano paragonandone stile e contenuto con quelli dei Racconti della Kolyma di Varlam Shalamov. In questo secondo incontro dedicato al cinquantennale, per felice coincidenza editoriale si parlerà di un testo quanto mai singolare, dal titolo Ama la Rivoluzione! , di trasparente ispirazione autobiografica, di recentissima pubblicazione, nella versione italiana e con un’ampia postfazione del maggior traduttore e conoscitore italiano della letteratura del dissenso: Sergio Rapetti.
Questo testo dopo una prima edizione in russo del 1999, apparirà assieme alle altre opere giovanili nel XVIII volume delle Opere (in 30 volumi) di Solzhenitsyn (1918-2008), in corso di stampa a Mosca.
In Ama la Rivoluzione! , il lettore incontrerà di nuovo uno dei personaggi più emblematici dei grandi romanzi solzhenitsyniani: quel Gleb Nerzhin che, tra i protagonisti dialoganti de Il primo cerchio in nome di un irrinunciabile principio morale – non obbedire a un sistema oppressivo e menzognero – rinuncia ai privilegi di cui godono, rispetto a tutti gli altri “ospiti” del GULAG, grandi tecnici, specialisti e scienziati impegnati, da reclusi in luoghi di detenzione speciali (sharashki), nell’elaborazione di grandi progetti tecnico-scientifici (dall’ingegneria aeronautica alla ricerca nucleare), facendosi ricacciare negli altri cerchi più in basso più feroci e letali dell’inferno concentrazionario staliniano.

In questo inedito, che Solzhenitsyn scrive nel 1948 (nella sharashka di Marfino, presso il parco di Ostankino, allora fuori Mosca, dove era arrivato da un altro “stabilimento” simile, quello di Rybinsk nell’Alto Volga, dopo l’arresto da parte dell’NKVD avvenuto nel febbraio 1945 nella Prussia orientale, per aver osato criticare in una lettera ad un amico la condotta di guerra di Stalin), lo scrittore racconta eventi che riflettono la propria vicenda umana e spirituale tra il fatidico giugno 1941 e il marzo 1942. Alla vigilia della cosiddetta Grande Guerra Patriottica Nerzhin-Solzhenitsyn si è appena laureato in matematica e si avvia a ulteriori studi filosofici, storici e letterari, che gli consentiranno di realizzare il suo sogno: scrivere un grande affresco della storia del popolo russo. Lo scoppio della guerra spinge il giovane Nerzhin, fino ad allora per niente incline alla carriera militare, ad arruolarsi nell’Armata Rossa, nella convinzione che quella Grande Guerra Patriottica sarà la continuazione e l’estensione al mondo intera dei principi, non ancora realizzati, della Rivoluzione d’Ottobre.
L’incontro duro con la realtà della guerra, dell’esercito, dell’organizzazione sociale e burocratica, dei vuoti di moralità e reposnabilità gli “fa sfregare gli occhi”. E gli rivela il carattere libresco e astratto dei suoi sogni palingenetici e una realtà ben diversa da quella che aveva mitizzato nutrendola dentro di sé.
Questa scoperta si consuma drammaticamente nell’itinerario che lo porta “in missione speciale a Stalingrado a piedi, a cavallo, per ferrovia, nei grandiosi scenari delle migliaia di soldati, carri, animali in movimento e delle centinaia di migliaia di civili sradicati dalla guerra” (Sergio Rapetti).
Non opera minore, questa, ma una sorta di “romanzo di formazione” che approfondisce la conoscenza della complessa biografia spirituale di uno dei maggiori testimoni del Ventesimo secolo.

Aleksandr Solzhenitsyn, Ama la rivoluzione! (Jaca Letteratura, 2012, pp. 268, 18 euro)

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti.


organizzazione: Centro Studi sulla Storia dell'Europa Orientale