Un'infanzia in Bessarabia

Convegno

Mercoledì 27 ottobre a Trento, nella Sala degli Affreschi della Biblioteca comunale il Centro Studi sulla Storia dell'Europa Orientale organizza l'incontro-dibattito Un'infanzia in Bessarabia. Intervengono Roberto Keller e Davide Zaffi. Introduce Fernando Orlandi.

Il piccolo Paul Goma, bambino attento, smaliziato e felice, figlio di maestri di scuola elementare nel piccolo villaggio di Mana tra gli anni Trenta e Quaranta: ai giochi e agli insegnamenti dei genitori si alternano le offensive e le controffensive militari di un’Europa in guerra, l’oppressione delle ideologie, la deportazione del padre in un campo di lavoro, i sospetti, l’esilio ma anche la scoperta della vita, dei primi amori, della sessualità.

Il villaggio di Mana, quando il 2 ottobre 1925 vi nasce Paul Goma, si trova nella provincia di Orhei, nella Bessarabia romena. Fino a pochi anni prima, il villaggio con tutta la regione faceva parte dell’Impero zarista. Nel 1940 l’Unione Sovietica, a quel tempo alleata della Germania nazista, impone a Bucharest la cessione della Bessarabia. Mana viene riconquistata dalla Romania nel 1941 e poi ripresa dall’Urss nel 1944. Nel 1991, senza aver mai cambiato di posto, Mana si ritrova nel giovane stato della Repubblica Moldova. A questi cambiamenti e al senso di precarietà che comportano, il paese, come tutta la Bessarabia, risponde con apparente flessibilità: non protesta e si adatta ma, a guardar bene, non si snatura mai, e chissà fino a che punto questo sia un bene.

I cambiamenti sono qui rari e molto più difficili a completarsi che altrove. Mana ha ben poco oltre al suo ritmo arcaico e, come leggiamo in Nel sonno non siamo profughi di Paul Goma, quando hai poco non puoi permetterti di perdere nulla di quel poco.

Nel sonno non siamo profughi è uno straordinario romanzo sull’infanzia, sulla memoria e sulla dissoluzione di un mondo incantato in una Europa segnata dalle guerre e dall’oppressione delle ideologie.

Paul Goma, fuggito coi genitori in Romania per sfuggire, invano, ai sovietici, entra ben presto in conflitto con le autorità della Romania comunista, fin nei suoi primi anni universitari. Una prima inchiesta penale viene aperta contro di lui perché ha chiesto al docente di marxismo scientifico spiegazioni sul perché i contadini comprassero il pane in città (“devi dichiarare sinceramente il vero substrato delle tue domande”, gli ingiunge il procuratore). In seguito viene incarcerato per avere organizzato manifestazioni a favore della rivoluzione ungherese. La pena consiste in due anni di carcere cui segue il domicilio coatto (1959-1963) nel Baragan, dove si lavora, in condizioni di estrema durezza, al canale destinato a congiungere il Danubio al Mar Nero.
Svanita l’illusione, assai dura a morire in Occidente, che Nicolae Ceausescu volesse per davvero sganciarsi dal Cremlino, Goma si fa promotore del movimento di Charta 77 in Romania. Viene arrestato e poi, grazie anche alle pressioni internazionali, accetta la proposta delle autorità di partire in esilio, a Parigi. Qui, oltre a una tenace attività di denuncia della dittatura di Ceausescu, prosegue la sua opera di romanziere lungo due direttrici: quella autobiografica, a partire dall’infanzia, e quella carceraria, che lo porta a descrivere con particolare crudezza le repressioni operate in Romania dal regime comunista.
Nel sonno non siamo profughi (titolo originale Din Calidor, ovvero Dalla veranda) scritto dall’esilio parigino, è il primo atto del ciclo autobiografico di Paul Goma.

Di questo libro e di Paul Goma se ne discute a Trento, mercoledì 27 ottobre, alle 17,30, nella Sala degli affreschi della Biblioteca comunale (via Roma 55), nell'incontro organizzato dal Centro Studi sulla Storia dell'Europa Orientale.

Nel sonno non siamo profughi di Paul Goma è pubblicato da Keller (pp. 328., € 16,00) e tradotto da Davide Zaffi.


organizzazione: Centro Studi sulla Storia dell'Europa Orientale