Un raccolto tutto d'oro
Una storia dimenticata
Spettacolo in occasione della Giornata della Memoria
Questa è una storia di furti e di rapine; una storia di sottrazioni e di silenzi; una storia dimenticata, anche se ancora viva. Negli anni, gli ebrei tedeschi, come quelli europei in genere, hanno depositato nelle banche larga parte dei loro beni mobili
Quando inizia la persecuzione, che sfocia poi nella “Soluzione finale”, quei beni vengono in parte utilizzati per fuggire o per corrompere, ma la grande sostanza economica depositata nei “caveau” delle banche rimane tale e, soprattutto, rimane lì
I legittimi proprietari spariscono nel gorgo dell’orrore e le banche, gli istituti di credito, le organizzazioni finanziarie e d’affari, ma anche i musei e le istituzioni culturali tedesche, dei Paesi occupati dai nazisti e della Confederazione Elvetica, “provvisoriamente” incamerano quei beni nel loro patrimonio
Si tratta del valore di miliardi del denaro dell’epoca, costituito da depositi, titoli, gioielli, opere d’arte e quadri, come nel caso della preziosa collezione di ceramiche antiche di proprietà della famiglia ebrea Kaumheimer
Alla fine del conflitto, i pochissimi sopravvissuti allo sterminio del popolo ebraico e gli eredi, anche lontani, dei milioni bruciati nei forni della tragedia provano a chiedere la restituzione dei loro legittimi averi, trovando però, almeno il più delle volte, omertà diffuse; cortine di silenzio e di smemoratezza; carenza di documentazione comprovante le proprietà o, addirittura, lunghe e complesse cause legali, come nel caso del famoso quadro “Il bacio” di Klimt
Pochi furono i casi di restituzione – e fra essi spicca appunto quello trentino delle ceramiche Kaumheimer – mentre la progressiva scomparsa dei sopravvissuti ultimi e la resa sfiduciata di tanti eredi hanno consentito di depositare queste storie nel dimenticatoio della memoria. Qui si prova solo a raccontare qualche caso, conoscendo il dovere di ricordare
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