Un tram che si chiama desiderio

Teatro

Benvenuti a Teatro
Stagione di Prosa
Tendenze Prosa

Emilia Romagna Teatro Fondazione
Un tram che si chiama desiderio
di Tennessee Williams
traduzione Masolino D’aMico
regia Antonio Latella
scene Annelisa Zaccheria
costumi Fabio sonnino
luci Robert John Resteghini
suono Franco Visioli
assistente alla regia Brunella Giolivo
personaggi e interpreti
Blanche Laura Marinoni
Stanley Vinicio Marchioni
Stella Elisabetta Valgoi
Mitch Giuseppe lanino
Infermiere Annibale Pavone
Dottore Rosario Tedesco

Il calendario della rassegna “Tendenze Prosa”, che affianca la Stagione 2012/2013 del Cento S. Chiara arricchendola di una particolare attenzione alla drammaturgia contemporanea, propone per martedì 15 e mercoledì 16 gennaio il secondo dei sei spettacoli in cartellone. Sul palcoscenico del “Sociale” sarà la Compagnia della Fondazione “Emilia Romagna Teatro” diretta da Antonio Latella con «UN TRAM CHE SI CHIAMA DESIDERIO», dramma di Tennessee Williams che sarà proposto nella traduzione di Masolino D'Amico.
Torna dunque nel cartellone della Stagione di Trento Antonio Latella, regista tra i più innovativi del teatro italiano, con questo testo composto da Tennessee Williams nel 1947 e conosciuto dal grande pubblico anche per la versione cinematografica che Elia Kazan ne realizzò nel 1951, con Vivien Leigh e Marlon Brando nel ruolo dei protagonisti.
È il racconto della via crucis di una donna profondamente segnata da un trauma che l’ha fatta scivolare nel baratro dell’alcolismo e della ninfomania. Ultima erede di una famiglia caduta in rovina, Blanche (Laura Marinoni) è costretta ad abbandonare la città in cui è cresciuta nella ricchezza e negli agi per sfuggire alla vergogna e ai debiti. È così che arriva a New Orleans, dove la sorella Stella (Elisabetta Valgoi) vive con il marito Stanley (Vinicio Marchioni), un giovane immigrato polacco dai modi burberi e violenti. In una casa fatiscente, che la scenografa Annelisa Zaccheria ha trasformato in un “labirinto della mente”, la coppia conduce un’esistenza felice anche se estremamente povera, molto lontana dalle sofisticatezze snob e aristocratiche di Blanche. La sua presenza, infatti, scatena fin da subito tensioni e conflitti che spezzano il suo già fragile equilibrio. Naufragata la speranza di sposare Mitch (Giuseppe Lanino), un amico di Stanley, subisce la violenza del cognato e ripiega nella pazzia come atto estremo di salvezza.

Un tram che si chiama desiderio non è soltanto un viaggio introspettivo nella mente di una donna ferita, ma anche la fotografia di un conflitto tra due mondi inconciliabili: l’uno, aristocratico e decadente che si ostina a vivere nell’illusione di un passato glorioso; l’altro, proletario e rampante che cavalca con fierezza il sogno americano. L'autore ambienta questo scontro all’interno di una società in pieno mutamento all’indomani della seconda guerra mondiale, descrivendone vizi e illusioni in graduale disfacimento. Ma soprattutto racconta l’America puritana, il Sud integralista in cui è cresciuto e che è stato teatro di uno degli eventi più tristi della sua vita. Infatti, Un tram che si chiama desiderio è da considerarsi, insieme a Lo zoo di vetro, come uno dei testi più dolorosamente autobiografici dell’autore. Per sua stessa ammissione, il dramma è ispirato alla tragica vicenda di Rose, la sorella a cui era molto legato: quando Williams aveva 27 anni e frequentava l’Università dell’Iowa, la madre, una fervente puritana, la sottopose ad un intervento di lobotomia. In un’intervista del 1982, Williams ripercorre con toccante lucidità l’evento, lasciando emergere la totale insensatezza di un’azione compiuta per cieco perbenismo: «Mia madre decise di sottoporre Rose ad una lobotomia. Perché lo fece? Beh, Rose si esprimeva in modo molto eloquente, dicendo cose che scandalizzavano nostra madre. Rose nutriva un grande risentimento verso di lei poiché le aveva imposto un’educazione profondamente puritana durante l’adolescenza. Mia madre corse dal dottore e disse: Faccia qualcosa, qualsiasi cosa per farla tacere!».
Tennessee Williams ripercorre questa vicenda attraverso la lente del realismo simbolico, denso di metafore e immagini archetipiche. Inoltre, l’originalità del testo risiede nella capacità dell’autore di inserire, all’interno della forma drammatica, elementi tipici del romanzo, in particolare negli aspetti legati alla psicologia dei personaggi. Ed è proprio sulla psicologia della protagonista che Antonio Latella si concentra per la sua messinscena, non priva di scene dal forte impatto.
Pur utilizzando il testo battuta per battuta, sceglie di capovolgerlo, partendo dal finale, vale a dire, dalla scena in cui Blanche viene ricoverata in un ospedale psichiatrico da cui probabilmente non uscirà più. Così facendo il regista opera uno spostamento che, conservando la successione cronologica degli avvenimenti, colloca il dramma all’interno della psiche della protagonista.
Completano il cast dello spettacolo Annibale Pavone nella parte dell'infermiere e Rosario Tedesco in quella del dottore. I costumi sono firmati da Fabio Sonnino mentre il disegno delle luci e gli effetti sonori sono affidati, rispettivamente, a Robert John Resteghini e Franco Visioli.
Per questo spettacolo, Laura Marinoni ed Elisabetta Valgoi hanno ricevuto il Premio Le Maschere del Teatro Italiano, rispettivamente come migliore attrice protagonista e miglior attrice non protagonista e ad Elisabetta Valgoi è andato anche il Premio Ubu, sempre quale miglior attrice non protagonista. Premio Ubu anche per Antonio Latella che per questo suo allestimento si è aggiudicato pure il Premio Hystrio 2012 alla regia. A Latella i critici hanno riconosciuto non solo un percorso artistico altamente originale e denso di successi, ma anche “la capacità di aver saputo creare nello spettatore una sensibilità nuova, particolare, fondata su una grande partecipazione emotiva”.
A margine dello spettacolo mercoledì 16 gennaio alle ore 16.30 presso il Teatro Sociale si terrà un incontro aperto al pubblico coordinato da Michele Flaim dal titolo "Desideri diabolici e solitudini devastanti". Si tratta di un appuntamento inserito nel programma dell'Osservatorio teatrale “Theatrum Philosophicum” 2012/2013 al quale interverranno la prof.ssa Giovanna Covi dell'Università di Trento e gli attori della Compagnia


organizzazione: Centro Servizi Culturali S. Chiara