Un untico patrimonio rinasce: la collezione faunistica del Museo di Riva

Convegno

Sarà presentato mercoledì 12 novembre alle ore 20.30 presso la Sala conferenza della Rocca di Riva del Garda il lavoro di ricatalogazione della storica collezione mussale, realizzato dalla cooperativa Albatros di Trento. Un antico, prezioso patrimonio -frutto in larga parte della donazione di cittadini rivani - sottoposto ad un paziente lavoro di restauro e nuovamente in mostra.

Nella storia del Museo di Riva la collezione faunistica conservata nei suoi depositi costituisce un capitolo particolare legato all’attività del Museo negli anni Cinquanta. La sezione naturalistica, che rappresentava un importante momento dei percorsi espositivi, presentava numerosi animali impagliati provenienti dalle donazioni di cittadini rivani. Questa abitudine di donare al Museo dei pezzi ritenuti importanti per le sue collezioni, continuò fino al 1965, tanto che si giunse al considerevole numero di 164 pezzi, che vennero conservati e soggetti ad una prima inventariazione.
Il lavoro da poco concluso, realizzato da Claudio Torboli della cooperativa Albatros di Trento, è nato dunque dalla necessità di garantire un’adeguata manutenzione degli animali, sottoposti all’aggressione di agenti batterici; inoltre si è voluto realizzare un’operazione di catalogazione scientifica, per dare ulteriore precisione alla documentazione alla luce delle più recenti revisioni tassonomiche. Lo scopo era anche quello di permettere l’accesso a questa collezione agli studiosi, che potranno consultare via web il catalogo degli animali.
A fine lavoro, il risultato che emerge è di estremo interesse.
Da un lato la collezione rispecchia una sensibilità culturale lontana dall’attuale. Gli animali nelle loro pose propongono l’idea di un museo naturalistico come una ‘wunderkammer’ (cioè stanza delle meraviglie), com’era nella maggior parte delle collezioni naturalistiche dell’arco alpino, dove il visitatore era invitato a cogliere gli aspetti spettacolari dell’animale, quasi gli stereotipi associati ad esso. Oggi, con la nascita dei musei scientifici e soprattutto con una sensibilità diversa verso il mondo animale questa forma di collezionismo naturalistico avvicina forse meno il grande pubblico.
Ma vi è anche un altro risultato di questa operazione. Gli animali conservati, e si tratta soprattutto di volatili, restituiscono tracce certe di un territorio naturale ormai lontano, caratterizzato da un habitat tipicamente lacustre, con specie ormai rare come il voltolino e il porcigliorne e da ambienti umidi, canneti e fasce di vegetazione ripariale. Sicuramente, ne è sicuro indizio la collezione, l’Alto Garda si presentava con caratteristiche naturali diverse da quelle attuali che i mutamenti climatici e gli insediamenti antropici a ridosso delle rive del lago hanno eclissato
Scrive Claudio Torboli nella sua relazione a conclusione del lavoro: ’Appare evidente che questa ricca collezione faunistica non solo conserva ancora un notevole interesse scientifico, ma può giocare un ruolo nell’ambito di studi e ricerche che mirino a quantificare e valutare i cambiamenti ambientali, paesaggistici e culturali delle nostre zone nel corso del tempo’.


organizzazione: Comune di Riva del Garda Museo Civico