Una mappa per Kaliningrad
Un luogo che rischia di diventare l’epicentro della più grande crisi geopolitica mai vissuta dall’Europa nell’ultimo secolo, exclave russa dal 1945, avamposto di Mosca sul Baltico e dentro la nostra Europa, città un tempo centrale nella storia del vecchio continente, poi dimenticata e finita ai margini, ora strategicamente e militarmente importante.
Kaliningrad e Königsberg: le due “K” coincidono topograficamente ma non sono la stessa città. Il nome di Königsberg ci ricorda la patria di Kant e Hannah Arendt, Kaliningrad invece è un toponimo astruso e opaco. Se l’antica Königsberg non fosse stata rasa al suolo dai bombardamenti degli alleati nell’agosto 1944 e poi dall’artiglieria dell’Armata Rossa, l’attuale Kaliningrad non esisterebbe affatto.
A parlarcene Valentina Parisi, autrice di ‘Una mappa per Kaliningrad’, un libro arricchito dalla prefazione di Francesco M. Cataluccio.
Valentina Parisi è nata nel 1976 a Milano, dove abita. Dopo il dottorato di ricerca in letterature slave, ha vissuto all’estero con varie borse di studio, in Germania e a Budapest. Attualmente assegnista di ricerca in letteratura russa presso l’Università degli Studi di Pavia, ha tradotto dal russo opere di Alexandra Petrova, Lev Šestov, Pavel Florenskij, Léon Bakst, Pavel Sanaev, Vasilij Grossman, Anton Čechov, Vasilij Golovanov e, dal polacco, testi in prosa di Wisława Szymborska, Adam Zagajewski, Hanna Krall, Stanisław Lem. Ha pubblicato un libro sull’editoria clandestina nell’Urss (Il lettore eccedente. Edizioni periodiche del samizdat sovietico, 1956-1990, Il Mulino, 2014) e la Guida alla Mosca ribelle (Voland, 2017). Dal 2007 collabora regolarmente alle pagine culturali de «il manifesto» e di «AliasD». Ha scritto inoltre su «Diario della settimana», «Galatea», «Pagina 99» e «Alfabeta2».