Una storia ungherese
di e con Margherita Loy
Un romanzo di rara potenza, capace di raccontare una parte importante della storia di Budapest. Ambientato nel 1945 mentre l’Armata Rossa sta stringendo d’assedio la città ancora occupata dai nazisti: una ragazza di vent’anni, rifugiatasi in cantina per sfuggire alle bombe ed alla barbarie, rievoca la Budapest dei fasti mitteleuropei, quella della sua infanzia, dal profumo di burro fuso ed albicocche sotto spirito e con essa una certa idea di felicità.
La Loy firma un libro che non sfigura accanto al capolavoro di Sandor Marai “Le braci” : fra i migliori romanzi italiani dell’anno. “Una storia ungherese” è una perla del catalogo Atlantide Edizioni.
Ci sono parti di questo libro che sembrano parlare del nostro tempo, come quando l’autrice racconta l’indifferenza e l’odio che arrivano a colpire il più debole:
“Ma l’odio non è germogliato all’improvviso. Oh no. Io ho visto la gente di Budapest cambiare. Un pomeriggio dello scorso inverno, poco prima dell’invasione tedesca, ero sul tram quando sono saliti due zingari. Tra i passeggeri si è creata subito tensione. Gli sguardi bassi accompagnavano il silenzio che iniziava a rotolare lento; le parole si spegnevano a canone, prima le voci di quelli dietro quindi di quelli davanti. In un istante, il silenzio ha invaso tutto il tram. Le mani stringevano più forte le borsette o a ondavano ancor più nelle tasche. Il controllore ha chiesto ai due zingari i biglietti. Erano anziani. Probabilmente erano arrivati a Budapest da poco. Hanno mostrato il loro biglietto. Il controllore ha detto che non andava bene. Tutti noi che eravamo lì abbiamo visto che il tagliando esibito era corretto. Nessuno ha fatto niente. Neanche io.”
organizzazione: Libreria Arcadia