Una vita selvaggia - Stefano Unterthiner racconta la sua vita da fotografo naturalista
È Stefano Unterthiner, fotografo del National Geographic, ora di casa alle isole Svalbard, l’ospite d’eccezione dell’ultimo appuntamento dell’anno di “Click di sera”, la rassegna del MUSE – Museo delle Scienze dedicata al mondo della fotografia naturalistica.
Giovedì 19 dicembre 2019, alle 20.30, nella lobby del museo, il fotografo valdostano, primo italiano a lavorare per l’edizione americana del noto Magazine americano, racconterà la sua vita “selvaggia”, macchina fotografica al collo, spiegando cosa vuol dire essere "on assignment" per il National Geographic. Lo farà attraverso le tappe più importanti della sua lunga e prestigiosa carriera: dai primi passi nel mondo della fotografia, fino all'ultimo incarico alla scoperta degli ambienti più inesplorati del Pianeta: dalle immagini realizzate nel remoto arcipelago di Crozet, a quelle prodotte, sulle tracce del puma, in Cile; dalle suggestive fotografie sul cigno selvatico, ai drammatici scatti che documentano il declino del cinopiteco in Indonesia. Vent'anni sul campo raccontati in maniera personale e con una straordinaria selezione di immagini e storie, ma anche con alcuni video inediti che documentano il "dietro le quinte" di alcuni progetti del fotografo.
Nato ad Aosta nel 1970, Stefano Unterthiner ha iniziato ad appassionarsi di fotografia quando aveva 17 anni, e ne ha fatto una professione da venti. Oggi, a 49 anni, è un autore pluripremiato. Nel 2000 riceve il premio nazionale “Mario Pastore” come miglior giovane giornalista per l’ambiente; nel 2017 il riconoscimento alla carriera Green “Anello verde”. Nel suo lungo peregrinare, è stato più volte in vetta alla classifica del Wildlife Photographer of the Year, con foto come quella del cinopiteco (macaco nero delle Sulawesi) che campeggia sulla copertina del suo ultimo libro «On assignment - Una vita selvaggia» (Ylaios, 2019), nel quale racconta difficoltà e peripezie della sua professione di fotografo naturalista, invitandoci anche a riflettere sul nostro rapporto con la natura e le altre specie.
Di questa foto, che gli è valsa il primo premio nella categoria “Animal portrait”, dice: «L’ho scelta come foto di copertina del mio libro perché credo rappresenti, meglio di qualunque altra foto, il percorso e il lavoro che ho fatto in questi anni». Un’immagine, in effetti, che è stata scattata «per contribuire alla conservazione di questa specie, sempre più minacciata da deforestazione e bracconaggio».
Nel 2019 Unterthiner intraprende un grande progetto di comunicazione sugli effetti dei cambiamenti climatici, trasferendosi con la sua famiglia a Longyearbyen (Isole Svalbard), il centro urbano più a Nord del mondo nonché luogo in cui i mutamenti climatici stanno avvenendo più rapidamente che in qualunque altra regione del mondo.
Ingresso libero, prenotazione consigliata 0461 270311.