Universal Experience: arte e vita. Lo sguardo del turista
a cura di Francesco Bonami, Julie Rodriguez Widholm
in collaborazione con Museum of Contemporary Art di Chicago, the Hayward Gallery, Londra
La mostra proviene dal Museum of Contemporary Art di Chicago e vede la Hayward Gallery di Londra e il Mart come ulteriori tappe di un tour internazionale. Le opere esposte indagano sulla natura dellopera darte nella nostra epoca, dove tutti gli eventi culturali assumono laspetto di veri spettacoli. Anche i monumenti del passato e perfino la natura subiscono questa trasformazione grazie allindustria del turismo
Con circa 700 milioni di persone che ogni anno viaggiano verso destinazioni internazionali, il turismo è diventata la più prospera industria del mondo: un fenomeno di massa in rapida crescita, dalle caratteristiche che suscitano curiosità e interrogativi. "Universal Experience: arte e vita. Lo sguardo del turista", al Mart di Rovereto dall11 febbraio al 14 maggio 2006, indaga i risvolti culturali del turismo di massa attraverso le opere di trentacinque importanti artisti contemporanei internazionali. La visione dinsieme delle loro opere rivela come il turismo non soltanto stia trasformando il mondo, ma addirittura stia condizionando il nostro modo di relazionarci e di capire spazi e ambienti, sia quelli a noi familiari, che quelli esotici o altri.
La mostra, curata da Francesco Bonami, è organizzata dal Museum of Contemporary Art di Chicago, e dopo essere stata alla Hayward Gallery di Londra, vede il Mart come ultima tappa di un tour internazionale.
"Universal Experience", oltre ad essere unesplorazione del fenomeno del turismo nelletà della globalizzazione, è essa stessa unattrazione di notevole impatto: le opere in mostra trasporteranno il visitatore in un viaggio multidirezionale alla scoperta di una grande varietà di luoghi, paesaggi, scenari. Tra gli artisti in mostra Chris Burden, Jeff Carter, Maurizio Cattelan, Tacita Dean, Hans-Peter Feldmann, Peter Fischli & David Weiss, Felix Gonzalez-Torres, il John Hinde Studio, Marine Hugonnier, Sharon Lockhart, Gabriel Orozco, Paola Pivi, Andrea Robbins and Max Becher, Robert Smithson, Thomas Struth, Rirkrit Tiravanija, Andy Warhol. Il percorso inizia con una serie di opere degli anni 60 del Novecento, unepoca nella quale il turismo come industria pone le sue basi. Tra queste, il famoso "Empire" di Andy Warhol, un video di otto ore del 1964, che registra il calare della notte sullomonimo grattacielo-icona di New Yorks e il film-culto di Robert Smithson "Spiral Jetty", del 1970, che descrive la creazione di un argine spiraliforme presso un lago sperduto nel deserto dello Utah. Con la crescente internazionalizzazione della scena artistica, sono gli artisti stessi a diventare più nomadi, itineranti e sensibili ai cambiamenti degli ambienti con i quali vengono in contatto. Lartista slovacco giramondo Roman Ondak rifiuta le nuove tecnologie e si riappropria invece delle tecniche tradizionali della rappresentazione visiva, descrivendo così famosi edifici e luoghi incontrati nel suo girovagare.
Le nuove tecnologie e limpatto crescente di una cultura dove il ruolo delle immagini è centrale hanno inaugurato la moda delle attrazioni turistiche spettacolari, con opere di architettura contemporanea che segnano profondamente il paesaggio, musei, parchi tematici e famose creazioni artistiche che diventano esse stesse destinazioni turistiche. Le ormai famose fotografie di Thomas Struth dedicate alle sale di importanti musei (1999) affollate di visitatori ci avvertono dellormai inarrestabile processo di mercificazione e feticizzazione del bene culturale. Il film di Martine Hugonnier "The Last Tour", del 2004, trasporta in un ipotetico viaggio in mongolfiera attorno alle Alpi Svizzere, mettendo in contrapposizione immagini di picchi innevati con parate in costume nei parchi di divertimento; il suggerimento implicito è che in futuro potremo vedere il Cervino soltanto attraverso la sua replica a Disneyland.
organizzazione: Mart