Uomini e dei sul tetto del mondo
La mostra, voluta dalla Provincia Autonoma di Trento in occasione della visita in Trentino di Sua Santità il Dalai Lama, è un efficace e suggestivo strumento per avvicinarsi alla conoscenza della cultura e della storia del Tibet, una regione vastissima, ricca di bellezze naturali ineguagliabili, custode di tradizioni religiose antiche ma raffinate ed intriganti anche per il pensiero occidentale.
Dagli anni Cinquanta l'occupazione militare da parte della Cina ha trasformato il Paese delle nevi, attraverso una distruzione sistematica del patrimonio artistico e dei monasteri, attraverso la tortura e l'instaurazione di un regime violento che ha prodotto molte vittime innocenti e disarmate, attraverso la colonizzazione del territorio e della cultura locale da parte di un sempre maggior numero di cinesi immigrati, attraverso un uso dissennato dell'ambiente e delle risorse naturali.
Più di centomila tibetani vivono in esilio in varie parti del mondo e stanno profondendo un grande sforzo per preservare la propria cultura dal pericolo dell'estinzione. Il Dalai Lama è il vero apostolo di questa causa, l'autorità morale riconosciuta a livello mondiale che con gentilezza e perseveranza chiede per il suo Popolo il rispetto dei diritti umani e una effettiva autonomia.
Al Dalai Lama la mostra fa omaggio con una straordinaria sequenza di immagini di Jean Marie Jolidon, e con un reportage di viaggio di Vittorio Benvenuti nella regione del Tibet orientale che gli diede i natali. Di grande prestigio e valore sono poi le immagini originali scattate da Fosco Maraini, in due viaggi in Tibet, tra il 1937 e il 1948. La parte iconografica è poi completata da una sezione di Vicky Sevegnani dedicata alle danze rituali dei Lama.
Fondamentale la parte dedicata alla pittura della Thang-ka che propone in particolare rari pezzi antichi di grande bellezza e un esemplare di grandi dimensioni appartenuto al Monastero di Sera e proveniente dalla collezione Reinhold Messner.
Il percorso espositivo, che presenta poi oltre cento oggetti, rigorosamente selezionati e valutati sotto il profilo dell'autenticità, della provenienza e del valore artistico, con la collaborazione del Museo Nazionale d'Arte Orientale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, si sviluppa attorno a tre temi guida, le espressioni artistiche, la dimensione religiosa rituale, la vita quotidiana.
Va segnalata infine l'importanza e l'accuratezza dell'apparato didattico-scientifico che supporta in maniera agile ed efficace la visione della mostra anche per un pubblico di non addetti ai lavori. La mostra, ad ingresso gratuito, rimarrà aperta fino ad ottobre.
"La civiltà tibetana possiede qualcosa di importante per l'umanità. E' nostra responsabilità preservarla, malgrado tutti gli ostacoli. Saremmo deboli, sciocchi e irresponsabili a permettere che vada persa e distrutta. Deve essere preservata per i nostri figli e per quanti nella comunità umana siano in grado di trarre vantaggio da essa" (Tenzin Ghyatso, XIV Dalai Lama)
La mostra è organizzata dal Centro Servizi Culturali S. Chiara in collaborazione con La Casa del Tibet Fondazione Votigno di Canossa, Zhambala Pomaia (Pisa), Istituto Lama Tsong Khapa Pomaia (Pisa), Collezione Reinhold Messner Castel Juval, Asian Style Bolzano, Ministero per i Beni e le Attività Culturali Museo Nazionale dArte Orientale.
Consulenza Scientifica: Massimiliano A. Polichetti Museo Nazionale dArte Orientale Roma
Tibet perduto Fotografie di Fosco Maraini
Omaggio a Sua Santità il XIV Dalai Lama Fotografie di Jean-Marie Jolidon
Cham. Le danze rituali tibetane Fotografie di Vicky Sevegnani
Viaggio nel Tibet Orientale Fotografie di Vittorio Benvenuti
Ideazione e organizzazione Mauro Odorizzi, Roberto Festi
organizzazione: Provincia Autonoma di Trento - patrocinio Regione Autonoma Trentino Alto-Adige, Consiglio della Provincia Autonoma di Trento