Uomini e donne: istruzioni per l'uso

Cinema

A partire dal 16 settembre per 6 settimane, 6 film di grande successo

Quest’anno l’appuntamento con la rassegna cinematografica, che propone di volta in volta un tema con uno sguardo di genere, presenta alcuni spunti per una riflessione sul tema del potere.
“Secondo sesso”, “sindrome dell’ape regina”, “soffitto di cristallo”: sono espressioni ormai abbastanza note, che mettono in luce e sottolineano da vari punti di vista come si esprima un’asimmetria tra il genere femminile e quello maschile in tutte le culture.
Nella società occidentale, in particolare, i dati statistici mostrano come permanga un divario tra uomini e donne nella vita pubblica, nonostante le trasformazioni sociali e culturali che hanno portato a significativi cambiamenti nella condizione di donne e uomini. Nelle istituzioni e nei vertici di organizzazioni professionali la presenza maggioritaria è ancora maschile, nonostante le capacità e le competenze siano distribuite sostanzialmente in maniera equa tra i generi.
Cosa impedisce quindi una reale e sostanziale parità nella gestione del potere? Esistono modi diversi di gestirlo dovuti all’appartenenza di genere? Vi sono particolarità e caratteristiche che si possono definire “femminili”, o d’altro lato “maschili”, che favoriscono la capacità e il diritto di gestire il potere? L’idea che la gestione femminile del potere sia contraria alle “leggi di natura”, come sosteneva Jean Bodin nel ‘500, è realmente superata? L’appartenenza di genere può portare a gestire il potere in maniera diversa? È vero che gli uomini sono forti, decisi, razionali, mentre le donne più intuitive, pratiche, adattabili? O si tratta invece di stereotipi e luoghi comuni che non fanno che rallentare il cambiamento?
Lia Giovanazzi Beltrami
Assessore alla solidarietà internazionale e alla convivenza

Programma
Mercoledì 16 settembre
La commedia del potere
di Claude Chabrol (Francia, 2006)
con I. Huppert, F. Berléand, P. Bruel - 110’
La poetica del film è interessata più alla complessità contraddittoria delle relazioni umane che alla semplicità lineare delle tesi e delle verità. È proprio dall'ivresse, dall'ebbrezza del potere che il film prende inizio. Si direbbe che niente interessi alla gelida e decisa protagonista, oltre alla condanna di corrotti e corruttori. E Chabrol resta all'esterno del suo personaggio, senza mai condividerne la decisione e la certezza d'arrivare fino al sommo della linea di potere.Gli altri personaggi al suo fianco, molto meno decisi e certi, saranno, alla fine, la sua inaspettata "debolezza". Lo saranno come lo è la complessità della vita degli uomini e delle donne di fronte all'ebbrezza dei potenti, dove torti e ragioni alla fine si confondono in nome del potere.

Mercoledì 23 settembre
Galantuomini
di Edoardo Winspeare (Italia, 2008)
con D. Finocchiaro, F. Gifuni, B. Fiorello - 100’
Una donna-boss a capo di un gruppo della Sacra Corona Unita, comandante dei traffici d'armi e di droga, forse arrivata in cima per via di favori sessuali ma forte, capace, dura. Lucia la protagonista rovescia radicalmente il luogo comune della donna meridionale vittima o assassina, ed è invece romantica e crudele come un'eroina noir, ma anche inquietante come le pregiudicate che s'intravedono sui giornali o nei Tg. Lui è un magistrato che ritornando nella città natale scopre che Lucia, di cui è innamorato dall'infanzia è diventata il braccio destro di un boss della Sacra Corona Unita. Un film forse imperfetto, ma vivido, intenso e in grado d'amalgamare elementi divergenti come le intermittenze della memoria, il conflitto tra doveri e interessi e l'amoralità della passione autentica.

Mercoledì 30 settembre
Il Divo
di Paolo Sorrentino (Italia, 2008)
con T. Servillo, A. Bonaiuto, G. Bosetti - 110’
Il film mette in scena non un uomo, non la sua storia, ma una condizione, un'emozione, di più, un'astrazione: il potere. Il potere così come ha preso forma in Italia, terra di feudi e principati, guerre tra vicinissimi, più spesso tra parenti e quindi ancora più subdole, segrete, fatte di ombre più che di esplosioni. Un potere che, negli ultimi cinquanta anni della nostra storia, ha trovato carne per le sue ossa in Giulio Andreotti, sette volte presidente del consiglio e a un passo dalla presidenza della Repubblica. Sebbene sia chiara la collocazione temporale (dagli inizi del Novanta, alla fine del processo per associazione mafiosa), in realtà il film è senza tempo e senza spazio, affresco immobile e gigantografico per chi vuole vedere che faccia ha il potere.

Mercoledì 7 ottobre
The Queen. La regina
di Stephen Frears (Gran Bretagna, 2006)
con H. Mirren, M. Sheen, J. Cromwell - 100’
Un'operazione spregiudicata quella di The Queen: un saggio corrosivo sui meccanismi della politica-spettacolo, colti dalla prospettiva rivelatrice della casa regnante inglese durante la settimana di fuoco che seguì la scomparsa di Lady Diana.Alternando dramma e commedia, finzione e materiali d'archivio, viene reso tutto vivo, quotidiano, intimo, anzi domestico, e sempre molto credibile; il risultato, ironicamente, rischia di cambiare per sempre l'immagine contemporanea del potere: una regina in vestaglia e un principe consorte in pantofole (viventi), non si erano ancora mai visti. È l’espressione di un potere, quello di Elisabetta II, magnifico per dignità, lieve arroganza, intuito, autorità, sperdimento davanti all'infrangersi di ogni tradizione e sicurezza.

Mercoledì 14 ottobre
L'ultimo re di Scozia
di Kevin Macdonald (Gran Bretagna, 2006)
con F. Whitaker, J. McAvoy, K. Washington - 121’
1971: Il presidente Idi Amin Dada sembra rappresentare una nuova speranza per il popolo ugandese, invece si rivelerà un dittatore feroce e spietato, il cui regime costerà la vita a mezzo milione di persone. Il despota appare un uomo preso dal delirio d'onnipotenza, capace da una parte di oratoria ed energia seducenti, dall'altra di insostenibile tensione, follia imprevedibile, crisi infantili: una classica, paranoica vittima shakespeariana del potere. Il film mescola ricostruzione storica e ritmi da thriller, nella cupa processione di efferatezze di un personaggio inizialmente salutato con favore da molte nazioni, carismatico e affascinante, ma con lo spirito sanguinario dello sterminatore.

Mercoledì 21 ottobre
La regina Cristina
di Rouben Mamoulian (Usa, 1933)
con E. Young, L. Stone, G. Garbo - 100’
Cristina di Svezia (1626-89), riluttante a piegarsi a un matrimonio politico, se ne va in giro per il suo Paese in abiti maschili finché s'innamora di un ambasciatore di Spagna. Sotto la guida dell'esperto Mamoulian la Garbo dà una delle migliori interpretazioni della sua carriera. Storicamente inattendibile, ma affascinante. La Garbo è perfetta nei panni maschili come nel rendere perfettamente il contrasto tra la passionalità e la ragion di stato: la regina Cristina deciderà di abdicare per amore, incurante delle suppliche e dello scoramento dei dignitari e del suo popolo.


organizzazione: P.A.T. Assessorato alla solidarietà internazionale e alla convivenza