Utopia
Performance di assemblea pubblica partecipativa
In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2015, il MAG Museo Alto Garda e il Museo Wunderkammer Trento invitano i cittadini e le cittadine alla performance di un’assemblea pubblica partecipativa nel Rione 2 Giugno a Riva del Garda.
UTOPIA
a cura del Museo Wunderkammer
Piazzale Mimosa, Riva del Garda
Utopia è una performance, in forma di assemblea pubblica, ideata da Wunderkammer Trento per il Rione 2 giugno di Riva del Garda, proposta dal MAG in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio.
L’argomento è l’utilizzo, da parte delle istituzioni, della progettazione partecipata come strumento di produzione del consenso. In Utopia, rappresentazione e realtà si incontrano in un movimento circolare tra pubblico e privato, tra individuale e collettivo, tra memoria e attualità, con l’intento di provocare un corto circuito nella separazione prodotta dalla “museificazione del mondo”. La dislocazione concettuale che avviene tra i registri di reale e immaginario, permette di aprire una riflessione critica sul conflitto tra l’istituzione e la città, tra le politiche territoriali e gli immaginari individuali.
La performance è una parte dell’azione artistica iniziata con la costituzione di un gruppo di lavoro formato da persone che utilizzano la pratica della partecipazione nella loro professione, e che in modo collettivo ne hanno deciso la forma pubblica.
Partecipano Piergiorgio Caserini, Vincenzo D'Andrea, Michela Embriaco, Cristina Mattiucci, Mauro Milanaccio, Maria Grazia Ruggeri, Luigi Scolari, Francesca Testa, e interviene Ivana Franceschi, insegnante di lettere alla scuola media S. Sighele dagli anni della sua inaugurazione nel 1981 e consigliera comunale che ha partecipato alle decisioni in materia urbanistica riguardanti il quartiere.
Dopo l’assemblea la performance continuerà con l’intervento acustico di Federico Robol e Elia Pedrotti.
Seguirà un rinfresco a cura di Le Formichine coop.sociale e Coop Alto Garda.
L'iniziativa darà avvio a un percorso di ricerca sul Rione 2 Giugno che il MAG svilupperà nel 2016, promossa dal MAG e affidata a Ivana Franceschi.
Sempre in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, il Museo di Riva del Garda rimarrà aperto a ingresso gratuito nelle giornate di sabato 19 e domenica 20 settembre 2015, dalle 10.00 alle 18.00.
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La ricerca storica sul Rione 2 Giugno
La ricerca intende completare il quadro di indagine sui quartieri cittadini sorti nella seconda metà del secolo scorso, primo di questi il Rione Degasperi, il cui studio è apparso nel 2013 (Ivana Franceschi, Il Rione Degasperi a Riva del Garda 1951-1966 Le case della ricostruzione, MAG 2013).
Come nello studio citato l’approccio metodologico intende indagare il panorama politico sociale degli anni Settanta-Ottanta nella città attraverso i documenti del Consiglio comunale, la legislazione provinciale in materia di edilizia popolare, l’ampio dibattito politico e sindacale, l’esperienza del Consiglio di quartiere, la partecipazione cooperativistica. Le tappe muovono dagli inizi degli anni Settanta, quando viene delineato dal Comune di Riva del Garda il Piano Speciale PEEP, l’ideazione di un nuovo Rione della città, parallelo e complementare del già esistente Rione Degasperi.
Tale delineazione era stata preceduta da un ampio dibattito tra tutte le forze sociali, politiche e sindacali, visto l’evidente impatto con la realtà della zona. Sull’onda della necessità di edificazione di alloggi popolari, gli anni Settanta del Novecento vedono la nascita quasi contemporanea delle varie cooperative edilizie nella zona del Basso Sarca, caratterizzate però da una significativa concentrazione nell’area dei nuovi insediamenti urbani o suburbani. La cooperazione non solo è una forza largamente radicata nella storia trentina, ma rappresenta una chiave di lettura per comprendere i cambiamenti avvenuti nella nostra società e nell’economia del Trentino: da qui la massiccia adesione di famiglie ed enti pubblici al fattore cooperativo anche nell’apprestamento di nuovi alloggi necessari per far fronte all’emergenza abitativa. Dopo la sua ideazione e l’avvio concreto delle prime realizzazioni, gli edifici a sette piani dell’ITEA, si impone all’attenzione dei pianificatori e delle forze politiche la necessità di attuare alcune modifiche sostanziali al piano dell’edilizia economico-popolare. La mobilitazione dell’opinione pubblica travolge a volte le stesse forze politiche, costrette a seguire l’ordine degli eventi senza poterli veramente guidare. È il caso del serrato dibattito sulle modifiche da apportare al PEEP di Riva, che infiamma a partire dalla primavera 1976 l’opinione pubblica, a partire dalle forze sindacali. La nuova progettazione del quartiere, affidata agli architetti Siligardi/Calzà prevede una specie di grande anfiteatro con a sud/est una rete edificatoria ITEA e a nord/ovest una rete edificatoria affidata prevalentemente a edilizia abitativa in cooperativa. Nel bacino centrale del quartiere si ubica un’ampia zona di servizi pubblici (scuole medie, piscina comunale, palazzina comunale di servizi) e, da ultimo, un centro sportivo con parco urbano di verde pubblico. Il quartiere viene completato quanto a servizi pubblici grazie alla nuova scuola media “Scipio Sighele” sorta contestualmente all’altra scuola media cittadina, la media “Damiano Chiesa”, a seguito di un finanziamento straordinario resosi necessario per la ricostruzione delle scuole gravemente danneggiate per il terremoto del 1976, quello di S. Lucia. La media “Sighele” per l’occasione cambia radicalmente ubicazione: non più l’edificio annesso al convento dell’Inviolata, ma la scuola del nascente quartiere al PEEP. La nuova scuola media viene progettata in un clima di vivace e dibattuta innovazione: non vuole essere l’edificio tradizionale di corridoi e aule, ma uno spazio modulare dove possono trovare espressione e attuazione le innovazioni didattiche ed educative che prevedono l’ampliamento del tempo scuola, l’attività laboratoriale a classi aperte, il tempo ricreativo. La scuola del nuovo quartiere ambisce a diventare il fulcro di integrazione fra tempo scuola e tempo libero per i giovani: gli spazi attrezzati e verdi che circondano l’edificio dovranno essere spazi aperti che, esaurita la funzione prettamente scolastica possano essere fruibili nel tempo libero. Bella utopia, che si scontrerà con una realtà che porterà la scuola a recingere anno dopo anno i propri spazi per salvaguardare gli stessi e per tutelare gli alunni nei momenti dell’attività sportiva e ricreativa. Le tappe che seguono l’iter del quartiere 2 Giugno saranno integrate nella ricerca dalle testimonianze di chi ha vissuto in prima persona la lunga e interessante vicenda di un quartiere specchio di un’epoca vivace, creativa, incubatrice di importanti esperienze, che ha creduto nella possibilità di realizzare un quartiere a misura d’uomo. (Ivana Franceschi)
organizzazione: MAG Museo Alto Garda - Museo Wunderkammer Trento