Vajont
Italia, 2001
Non è stato un set come gli altri quello di Vajont, il kolossal di Renzo Martinelli sulla tragedia che la sera del 9 ottobre del 1963 spazzò via più di 2000 vite e un paese intero, quello di Longarone nel bellunese.
Non è stato un set come gli altri perché raramente storia e fiction, il dramma e la sua rappresentazione si sono così mescolati e confusi come in questo caso.
Forse perché per arrivare a Cimolais, dove si girano gli esterni, devi passare prima da Longarone e poi inerpicarti sulla strada che porta nella gola del Vajont: dove l'ultima galleria è tappezzata di lapidi e fotografie e si apre, improvvisa, sulla muraglia ancora intatta della diga e sull'immensa frana del monte Toc, un paesaggio lunare e sconvolto che dà ancora i brividi. Forse perché sul set è facile incontrare comparse del posto che hanno visto coi loro occhi la tragedia; perché parli con un fotografo e scopri che è stato il primo fotoreporter ad arrivare quella notte sulla piana di Longarone ridotta a un mare grigio. E ti racconta dei due bambini che ha tirato fuori dal fango con le proprie mani e che avevano perso tutto: genitori, fratelli, casa. Forse perché partecipi a una serata in cui la troupe incontra la popolazione di Vajont, paese costruito ex novo nella pianura friulana per accogliere i profughi, e scopri che quella tragedia è ancora un nervo scoperto: che dopo quasi 40 anni c'è ancora una tensione fortissima, sete di giustizia, di sapere la verità, di avere i giusti risarcimenti. Il film parla di una società potente e arrogante che ha voluto costruire una diga sotto un monte che si sapeva sarebbe franato; di un potere politico corrotto e complice che ha fatto finta di niente; di una giornalista coraggiosa che è stata l'unica voce contro; di una popolazione impotente; di un'ondata che la sera del 9 ottobre 1963 ha travolto tutto e tutti. Dopo 37 anni la gente del Vajont, di Erto, Gasso e Longarone aspetta ancora che si faccia giustizia e che qualcuno paghi per i duemila innocenti che riposano sotto le croci bianche del cimitero di Fortogna.
INTERPRETI PRINCIPALI: Laura Morante, Daniel Auteuil, Michel Serrault, Leo Gullotta - REGISTA: Renzo Martinelli
organizzazione: Comune di Mori Assessorato alle Attività Culturali - Arci Mori