Velocità massima

Cinema

Italia, 2002
Durata: 111'
Genere: Drammatico
Regia: Daniele Vicari
Cast: Valerio Mastandrea, Alessia Barela, Cristiano Morroni, Ivano De Matteo

Claudio, 17 anni, ha una aspirazione semplice: vuole fare il meccanico. Suo padre vorrebbe invece che curasse la piccola ditta di autodemolizioni che in una intera vita è riuscito a mettere in piedi, una specie di deserto rugginoso ai margini della metropoli. Il conflitto tra i due è ormai insostenibile e violento. Stefano, un trentacinquenne che possiede un’officina in riva al mare, ad Ostia, avendo bisogno di un apprendista, convince il padre a mandare in prova il ragazzo da lui.

Daniele Vicari sembra aver fatto suo uno dei più vecchi proverbi del mondo: “Donne e motori, gioie e dolori”. Il protagonista della storia è Claudio, un giovane mago dei motori deciso a diventare meccanico a dispetto del padre che lo vorrebbe impiegare nella sua ditta di autodemolizioni. Claudio inizia così come apprendista nell'officina di Stefano che ha immediatamente capito che il ragazzo ha talento. Dopo aver acquisito un certo affiatamento lo introduce nel mondo delle corse clandestine della Capitale dove iniziano a farsi un nome a dispetto di Fischio, l'attuale boss dell'Obelisco.
La vita di Stefano è dominata dalla loro passione per i motori, le modifiche e, soprattutto le corse, ma non è lo stesso per Claudio che invece inizia ad allontanarsi dall'amico dopo aver conosciuto Giovanna, una ragazza che, come lui, sembra avere delle aspirazioni maggiori.
Claudio ruba sempre più tempo al lavoro per frequentare Giovanna, proprio in un momento in cui Stefano si trova in gravi difficoltà finanziarie; l'unico modo per uscirne sarebbe vincere una gara per la quale, però, occorre preparare al maglio una vecchia Ford completamente modificata.
L'ansia ed il nervosismo tra i due crescono, alimentati dalla presenza di Giovanna.
Una pellicola del genere non può fare a meno di confrontarsi con un caposaldo quale “The Fast and the Furious” di Rob Cohen dove le vere protagoniste erano le auto; al contrario il film di Vicari punta i riflettori sugli uomini e sulle loro motivazioni, con uno spirito tipicamente italiano, non per nulla è stato detto che “l'automobile è parte integrante dell'educazione dell'italiano”.