Verdi isole d'Africa

Convegno

In occasione della mostra "Hot Spot Tanzania" il Museo Tridentino di Scienze Naturali propone un incontro per immagini sul tema: verdi isole d’africa
MICHELE MENEGON Museo Tridentino di Scienze Naturali

LA CONFERENZA PER IMMAGINI
In occasione della mostra temporanea HOT SPOT Tanzania dedicata alla biodiversità delle zone montuose di questa meravigliosa parte d’Africa, il Museo Tridentino di Scienze Naturali propone un resoconto delle ricerche condotte dal personale scientifico del Museo Tridentino di Scienze Naturali corredato dalle suggestive immagini riprese nelle foreste dell’Eastern Arc - definite le Galapagos dell’Africa. Attraverso la straordinaria storia climatica di queste aree, recentemente individuate come il luogo a maggiore diversità biologica del pianeta, veri “hot spot” di ricchezza vivente, Michele Menegon percorre l’avventuroso viaggio di avvicinamento ad una montagna così lontana, eppure così vicina.
Isole verde scuro, che da 100 milioni di anni proteggono i propri delicati abitanti dalla luce abbacinante che brucia la savana circostante. Isole verticali, umide e misteriose, isole di frontiera nell’opera di documentazione che l’uomo opera nei confronti degli esseri viventi del pianeta.

IL RELATORE
Michele Menegon, erpetologo, da anni conduce ricerche nelle foreste dell’Africa orientale per conto del Museo Tridentino di Scienze Naturali e in collaborazione con l’Università di Genova.

UNA SUGGESTIONE
Se fosse sera, se aveste occasione d’inoltrarvi nella foresta dei Monti Udzungwa per qualche chilometro e se ci fosse un po' di fortuna ad assistervi, potreste incontrare una sorprendente varietà di forme di vita.

La sera è il momento in cui le grandi scimmie che popolano le cime degli alberi durante il giorno cercano sistemazione per la notte.
Sollevando lo sguardo potreste scorgerne un gruppo misto. Colobi Uhehe, colobi bianchi e neri e scimmie blu che si arrampicano con sapienza e rapidità. Le madri portano i piccoli fin sui rami più alti, la retroguardia del gruppo schiamazza allarmata al vostro avvicinarvi.
Il calare della notte acuisce i vostri sensi e rivela il tessuto vitale della notte.
Il vostro sguardo segue per un attimo l'ombra del toporagno elefante che percorre frenetico il suolo della foresta e spesso si ferma ad annusare l'aria con il lungo naso mobile; i rauchi e potenti urli che i colobi bianchi e neri emettono durante la notte, suscitano in voi una forma ancestrale di allerta... evocano memorie di predatori nel buio.
Il verso territoriale dell'irace arboricolo, prodotto dall'interno di un albero cavo, sembra provenire da un mondo popolato da entità soprannaturali e risuona in ogni direzione.
La tensione si stempera nei motivi sorprendentemente vari dei canti delle rane: grandi, piccole, coloratissime, sul terreno o in cima agli alberi, a volte in gruppi di centinaia.( Che latrano, pigolano, squittiscono, tintinnano, che emettono una varietà di versi insospettata. Potreste contarne 30 specie diverse su un fronte di 200 metri.
E poi galagoni dagli enormi occhi frontali, gufi e pipistrelli, genette, zibetti e manguste di foresta, antilopi pigmee e, invisibile, il leopardo.
E per quanti animali abbiate visto nel vostro viaggio, sono molti di più gli occhi che, in silenzio, hanno scrutato i vostri movimenti tra svettanti alberi secolari, le colonne portanti della cattedrale della vita.


organizzazione: Museo Tridentino di Scienze Naturali