Vespri della Chiesa orientale

Musica classica

Trento Musicantica 2007

Coro del Patriarcato ortodosso di Mosca
Direttore: Anatolij Grindenko

Programma:
1. Venite e venerate nostro Signore
2. Salmo di apertura dei Vespri (Salmo 103/104)
3. Beato l'uomo che non segue il consiglio degli empi (Salmo 1)
4. Possa la mia preghiera giungere sino a Te come il fumo dell'incenso, e il sacrificio vespertino possa essere compiuto dalla mia mano.
5. Ora le invisibili forze del cielo pregano con noi, viene il Re della Gloria e si compie il misterioso sacrificio. Elevati dalla fede e dall'amore, diventiamo partecipi della vita eterna.
6. Stikhira
7. Stikhira
Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo, anonimo del Cinquecento
8. Seconda antifona: Salmo 145 (146)
9. Solo ed unico Figlio, Verbo di Dio
10. Terza antifona: le Beatitudini
11. Venite, adorate e inginocchiatevi davanti a Cristo
12. Trisagion
13. Inno dei Cherubini
14. Che tutta la carnale umanità resti ammutolita nella paura e nel terrore e non abbia più pensieri terreni. Il Re dei Re, il Signore dei Signori: Cristo nostro Dio viene ad offrire se stesso per i fedeli
15. Anafora, o Canone eucaristico
16. Inno alla Madre di Dio.

Il Coro del Patriarcato Ortodosso di Mosca, fondato nel 1983 dal suo direttore, Anatolij Grindenko, è da tempo apprezzato in ogni continente. Unico nel suo genere, può essere considerato una sorta di laboratorio nel quale un’approfondita attività di ricerca e studio sfocia in esecuzioni straordinarie, ricche di suggestioni e interessantissime sotto il profilo dell’interesse musicologico. Formato da 13 elementi, svolge attività di vero e proprio coro nell’ambito dei riti e delle liturgie della Chiesa Ortodossa. Numerose incisioni discografiche del Coro del Patriarcato Ortodosso di Mosca sono state insignite di prestigiosi riconoscimenti internazionali. Anatolij Grindenko ha costituito il coro con l’intento di ripristinare gli antichi canti corali russi e di riprendere la pratica del servizio nella Chiesa. Nel 1985 il coro ha ricevuto la benedizione dell’arcivescovo Pitrim e da questo momento in poi ha regolarmente accompagnato le sacre liturgie utilizzando l’antico repertorio, sia nella versione originaria strettamente monodica che nelle più moderne trascrizioni e armonizzazioni polifoniche.

Forse perché l'ultimo dei 'rami' nati nell'alveo della diffusione e dell'interpretazione della Parola di Cristo dopo Cristo, forse perché isolato e circoscritto ad una prassi liturgica che non si è fatta mai spettacolo per un pubblico, il canto cristiano di tradizione russa (ciò che sbrigativamente chiamiamo "canto ortodosso") risulta essere pressoché sconosciuto agli occhi dell'occidentale e ingiustamente 'trattato' in poche ed elusive pagine dalla musicografia dotta.

In un'epoca di grandi rivolgimenti storico-politici che coinvolgono direttamente la sepolta Unione Sovietica, ben ven-ga allora la possibilità di un contatto con un repertorio e una tradizione che costituiscono un vero e proprio esempio di continuità nel tempo. Ultimo nato, ma non più giovane ormai, se da quel 988 che per il territorio e le anime di Kiev significò un passaggio a "nuova vita" (in senso religioso e liturgico) son trascorsi più di mille anni: una storia che da sempre, anche oggi, non vive solo nei codici o grazie alla custodia dei cori dei monasteri, ma anima, pur sotterraneamente fino a poco tempo fa, la religiosità di gran parte della popolazione russa; ciò che non è avvenuto per il patrimonio del cosiddetto 'canto gregoriano', messo definitivamente da parte dopo il Concilio Vaticano II.
La conversione del sovrano di Kiev, il principe Vladimiro, alla Parola e alla dottrina cristiana fu senz'altro dettata da esigenze politiche che favorissero la normalizzazione dei rapporti tra il suo territorio e l'Impero di Bisanzio: in effetti, la cristianizzazione è legata al matrimonio del sovrano con la sorella dell'imperatore Basilio II. Ciò significò ben presto l'adozione di usi e costumi bi-zantini per ciò che concerneva la materia religiosa, essendo Bisanzio cristiana dal IV secolo come Antiochia e Alessandria.
In dote a Vladimiro giunsero "un vescovo bulgaro - Michele - nonché molti preti, monaci e cantori greci e slavi" (Reese) che furono i diretti "ministri del culto", imponendo e adattando il corpus dei canti siriaco-bizantini agli indigeni convertiti. Il tutto fu reso possibile dalla nomina di Michele a primo metropolita della Russia, cosa che avrà un'importanza fondamentale per la creazione di nuovi centri e circoscrizioni ecclesiali (monasteri e patriarcati).
Si è detto di un corpus di canti siriaco-bizantini: è un fatto che la prima fase del canto sacro russo sia stata avviata da un fenomeno di osmosi così come era in parte capitato per il canto bizantino sorto a ridosso di quello siriaco. In effetti, molto del canto cristiano, sia d'Occidente che d'Orien-te, si deve a questo antico "ramo" sorto in seno all'Impero romano: la creazione dei primi repertori di testi non direttamente tratti dalla Bibbia, la base per l'innodia di tutto il bacino mediterraneo, la pratica degli "otto modi". Tutto ciò Bisanzio assimila, codifica primitivamente e trasferisce in Russia.
II programma di questa sera ci propone un'ampia scelta di canti nello stile "znammeny" risalenti al XVI secolo, di diversa provenienza e struttura (alternanza di polifonia e monodia, interpola-zioni solistiche): spiccano il solistico Venite ad adorare nostro Signore, una versione a quattro voci di Beato l'uomo - canto originario del monastero Pecerskij di Kiev - e 1'Inno alla Madre di Dio, figura che gode di una diffusa devozione in suolo russo.
Non stupisca la presenza di canti così relativamente recenti: la vicenda del canto sacro russo tra XII e XVII secolo è quella di una progressiva sistemazione e canonizzazione delle melodie, del-l'affermazione definitiva della lingua slava su quella greca, della necessità, in ultimo, di manuali che interpretassero fedelmente la notazione e lo stile 'znammeny'. Per questo numerose sorsero le scuole di canto, legate per lo più ai monasteri e istituite dagli stessi zar, col compito specifico di curare l'originalità e il mantenimento del patrimonio liturgico.


organizzazione: Centro Servizi Culturali S. Chiara e Il Virtuoso Ritrovo - collaborazione di Comune di Trento, Provincia Autonoma di Trento