Visita guidata alla chiesa di Dasindo

Manifestazioni ed eventi

Dopo il grande successo dello scorso anno, riproponiamo le visite guidate alle chiese di Vigo e di Dasindo, i due paesi che dal 1992 si sono uniti nella Festa dell'Agricoltura >>.
L'evento rappresenta un momento culturale importante della festa.
Gli amici, volontari della FDA sono ben contenti di riconfermare l'evento affiancandolo senza timore alle altre manifestazioni ormai consolidate della festa.
Peraltro l'auspicio è quello che l'agricoltura, vocazione e risorsa della zona, faccia sempre più rima con cultura.
In questa breve presentazione dell'evento non vogliamo certo darvi una panoramica esauriente di ciò che vedrete, ma solo un'idea per farvi intravvedere quale immenso tesoro d'arte, di storia, di cultura e di religione sia racchiuso nelle nostre due chiese. Non vogliamo neppure darvi certezze laddove ancora non ci sono, ma solo stimolarvi ad una ricerca ed ad un impegno anche personale per scoprire e meglio comprendere il nostro passato.
È logico e scontato che questo invito sia rivolto soprattutto ai giovani: il nostro passato è sempre e comunque scienza di vita, nel bene e nel male.
Peraltro è noto a tutti quanto attuale ed appassionato sia il dibattito sull'arte e sulla cultura in Italia: gli auspici e le aspettative sono tante perchè, nell'epoca delle riforme, si sta forse raggiungendo la massa critica per la più importante delle riforme: quella culturale appunto.
Noi, nel nostro piccolo mondo, abbiamo la grande opportunità di fare la nostra parte e dare il nostro contributo.
Due chiese dunque vengono presentate, tanto vicine e tanto diverse, una pieve quella di Vigo e un santuario quella di Dasindo.
Maestosa, severa e solenne la prima, bella, armoniosa e incantevole la seconda.
Fuori dal centro abitato la prima, tra le case del paese la seconda.

Ci troviamo sul sagrato della chiesa alle ore 17 del 16 agosto

CHIESA DELL'ASSUNTA
Non conosciamo la data di nascita del santuario mariano di Dasindo, ma un documento attesta che esisteva già nel 1251.
La piccola chiesetta romanica di allora venne ampliata in epoca tardo gotica e poi assunse le sue dimensioni attuali sul finire del '500 ad opera di Giovanni Maria Filippi, che fuse magistralmente elementi gotici e rinascimentali.
Il campanile era ed è rimasto romanico.
Il bellissimo portale e anche le due cupole semisferiche del transetto rendono unica la chiesa nel Trentino.
Il portale è indicato come "opera di eccellenza" di Giovanni Maria, che, in età giovanile lo firmò e lo datò (1596).
Giovanni Maria era nato a Dasindo e a lui dobbiamo la grande ristrutturazione che comprendeva, oltre al portale, il transetto con le cupole, l'aggiunta della terza campata ad ovest e la nuova facciata.
Èevidente l'influsso del Palladio nelle caratteristiche finestre semicircolari, come del resto nella purezza stilistica e nell'eleganza delle proporzioni di tutto l'interno.
Ma volgiamo subito la nostra attenzione al "tesoro nascosto" della nostra chiesa, in realtà completamente nascosto fino a pochi anni fa: il ciclo di affreschi dell'abside databile attorno al 1540.
Un ciclo di affreschi attribuito a Simone II Baschenis: un'opera di alta qualità, una delle ultime prima del suo ritorno nelle valli bergamasche. Ci sono gli Apostoli, i Profeti, i Dottori della Chiesa, ma soprattutto ci sono le "Storie di Maria", la vita della Madonna dalla nascita alla dormizione. Si nota un uso raffinato del colore ed appare certa nella struttura dell'opera la conoscenza dei nuovi canoni del rinascimento.

È anche evidente nel ciclo di affreschi del Baschenis la chiarezza dottrinale e l'intento divulgativo. Ammirevole la sensibilità di un pittore che in uno dei riquadri decide di rappresentare la mamma di Gesù che cuce in compagnia di altre donne. Si usavano immagini semplici e suggestive per insegnare la storia sacra al popolo.
Nella chiesa dedicata alla Madonna perfino il tema severo dell'apocalisse della volta del transetto ci appare insolitamente equilibrato e sereno, quasi come se la presenza materna di Maria riuscisse a rendere meno tremendo quel "dies irae" ivi rappresentato.
Proviamo dunque ad immaginare come era la chiesa e come è stata per breve tempo con l'abside affrescata ben visibile, prima che la calce ricoprisse i dipinti e venisse eretta l'ancona.
E non possiamo non porci l'interrogativo sul perché dopo pochi decenni il gusto sia improvvisamente cambiato, o del perché comunque si sia deciso di nascondere gli affreschi.
Nel 1675 dunque viene eretta la splendida e maestosa ancona lignea dorata di stile barocco, talmente grande che più grande non si poteva ed è ciò che immediatamente colpisce il visitatore al suo ingresso. Èun'opera di Cristoforo e Giandomenico Bezzi, degna cornice della ben più antica scultura lignea di Maria, con sulle ginocchia il Bambino Gesù. (è conosciuta anche come Madonna del respiro, venerata per il misterioso potere di richiamare in vita i bambini nati morti, giusto il tempo per battezzarli). A Giandomenico Bezzi viene attribuito anche il grande crocefisso ligneo
Molto bella la Via Crucis e anche gli altri altari:
Il primo a sinistra è l'altare della Visitazione, del 1606, con ancona lignea dorata.
Il primo a destra, dedicato a S. Giovanni Nepumeceno, del '700, in marmo policromo.
Il secondo a sinistra, dedicato a S.Valentino, del '600, con ancona lignea.
L'altare del transetto sinistro, con ancona lignea dorata, dedicato alla S.S. Trinità, è del '600.
L'altare del transetto destro, con ancona lignea dorata, dedicato ai S.S. Girolamo, Rocco e Carlo Borromeo, è del 1623.
L'esterno della chiesa è decorato dai recenti graffiti di Giorgio Wender Marini che non paiono disturbare l'armonia rinascimentale della facciata, anche se non tutti sono d'accordo con questa opinione.
Finora inesplorati sono i vani funerari sotto il pavimento della chiesa.
Quest'anno, a duecento anni dalla nascita nella sua amata Dasindo, è infine doveroso ricordare che all'esterno della chiesa, sulla parete nord, è collocato il monumento del poeta romantico Giovanni Prati. Numerose sono peraltro quest'anno le iniziative per celebrare degnamente il grande letterato trentino.
Infine è giusto ricordare tre pregevoli sculture lignee che erano nella nostra chiesa e che ora sono al Museo diocesano di Arte Sacra: una deposizione, una statua di S. Giovanni Battista e una di S. Giovanni Evangelista. È doveroso ricordarle visto che per ora non è esposta nella chiesa alcuna targa o riproduzione che ce le rammenti. Èanche in atto un dibattito sull'opportunità di un possibile rientro delle sculture nella nostra chiesa. Per ora accontentiamoci dell'emozione che si prova ammirando queste opere in una saletta di un prestigioso museo e siamone pure orgogliosi!