Vittore Grubicy. Un mercante pittore verso L'Europa tra 800 e 900

Mostra

Dal 29 di ottobre 2005 al 15 gennaio 2006 Palazzo delle Albere, la sede trentina del Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, dedica un’importante mostra a Vittore Grubicy.
Grubicy, figura chiave nell’arte italiana di fine Ottocento esercitò un’influenza determinante su tre generazioni di artisti. Artista, critico, mercante d’arte, e intellettuale a tutto tondo di respiro europeo, Grubicy lavorò intensamente per realizzare il suo desiderio di creare una galleria d’arte moderna in grado di competere con il mercato internazionale. Questo suo impegno, unito a una battagliera militanza critica, generò una lunga serie di scambi culturali tra l’Italia e il triangolo Olanda – Londra - Parigi, nel quale si decidevano i destini del mercato artistico nella seconda metà del XIX secolo.

La mostra verrà presentata al Mart di Trento, a Palazzo delle Albere, dal 29 di ottobre, dopo una prima esposizione alla GAM di Torino in estate.
È la prima volta che si esamina la complessa personalità di Grubicy in tutti i suoi aspetti – il pittore, il critico, il mercante – nel contesto internazionale che fu teatro della sua attività. Muovendo da un approfondito studio sulle migliaia di documenti dell’Archivio di Vittore Grubicy, acquisito dal MART nel 1999, la rassegna rileggerà gli stretti contatti tra lo stesso Grubicy e la cultura olandese e belga, la sua conoscenza dei movimenti d’avanguardia francesi grazie alla frequentazione di Octave Maus e del Groupe des XX, così come il suo tentativo di promuovere gli artisti italiani all’estero.
La mostra è curata da Annie-Paule Quinsac, una fra le prime studiose ad analizzare l’importanza di Grubicy per la nascita del Divisionismo italiano e a pubblicare alcune delle sue lettere; l’intento è quello di chiarire trent’anni di arte italiana nei rapporti con le avanguardie europee e i reciproci scambi.
Il percorso espositivo si articola, infatti, entro tali correnti di influenza: un contesto in cui la figura di Grubicy mercante e ideologo spicca su quella stessa di pittore, nel duplice ruolo di collegamento tra l’arte italiana e il resto d’Europa. Da un lato si testimonia la coerente visione che Grubicy provò a dare all’arte italiana contemporanea nel presentarla all’estero e, al contempo, si offre una vivida ricostruzione delle influenze che dall’estero egli cercò di portare in Italia.

La mostra si articola in cinque sezioni: Grubicy, pittura e grafica, The Italian Exhibition di Londra 1888, La retrospettiva Ranzoni 1889, Gli amici olandesi, e Gli ambienti d’avanguardia a Bruxelles

La prima sezione, dedicata a Grubicy artista, comprende circa cinquanta opere, selezionate tra dipinti e grafica, provenienti dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, le Civiche Raccolte d’Arte di Milano, e da varie collezioni pubbliche e private italiane, nonché dal Musée d’Orsay di Parigi e dal Musée d’Ixelles a Bruxelles.

Il nucleo di opere di Grubicy sarà corredato da un’importante selezione di opere provenienti dall’Olanda, dal Belgio e dalla Francia, a dimostrare il modo in cui Vittore “vedeva” la sua galleria. Si sono ricreate, almeno in parte, le due più importanti esposizioni con le quali lanciò gli artisti della sua scuderia: The Italian Exhibition del 1888 a Londra, dove propose Segantini, Morbelli, Previati, Pusterla, Tominetti accanto a Cremona e Ranzoni, e la retrospettiva di Daniele Ranzoni da lui organizzata alla Permanente di Milano nel 1889, subito dopo la prematura scomparsa del maggior rappresentante della Scapigliatura, che aveva scoperto e reso celebre.

Il ruolo fondamentale che Vittore ebbe nell’importare in Italia la cultura europea sarà illustrato in due sezioni: l’una dedicata alla Scuola dell’Aja e l’altra all’ambiente d’avanguardia internazionale che convergeva su Bruxelles grazie al Groupe des XX e La Libre Esthétique. Tramite la conoscenza di questi sodalizi, che a Bruxelles promuovevano le avanguardie francesi, Grubicy mutò la sua visione della pittura aprendosi al Simbolismo. E ancor più, grazie alle loro pubblicazioni, scoprì quelle teorie ottiche di cui poi scrisse nei suoi articoli, dando origine al Divisionismo italiano.

Per la “sezione olandese” è stata particolarmente generosa la collaborazione del Mesdag Museum e del Gemeentemuseum dell’Aja, nonché del Rijksmuseum di Amsterdam e del Dordrecht Museum, che hanno prestato più di cinquanta opere di quelli che furono i più stretti amici olandesi di Vittore, Mesdag, Mauve, i fratelli Maris, Israël, Zilken, Tholen, Breitner, Gabriel: i maestri della Scuola dell’Aja che da mezzo secolo non si vedono in Italia.
Dai Musei di Bruxelles, Anversa e Ixelles arriverà anche una selezione di circa trenta opere dei Divisionisti belgi: Théo van Rysselberghe, Henri van de Velde, Willy Finch, James Ensor, Georges Lemmen; presenze fondamentali che illustrano come attraverso i contatti con il gruppo d’avanguardia che faceva capo all’avvocato Octave Maus, Grubicy, di rimando, capì il Neo-Impressionismo francese e aprì la strada verso il modernismo ai suoi contemporanei italiani.

Al catalogo, edito da Skira, Milano, collaborano anche Maartje de Haan, John Sillevis, e Serge Goyens de Heusch, tra i più noti studiosi dell’argomento in Olanda e in Belgio.

A cura di: Annie-Paule Quinsac