Viva l'Italia
Stagione Teatro di Pergine 2013/2014
Stagione Teatro di Pergine
Uno dei più grandi registi contemporanei chiuderà la prima stagione di prosa del Teatro di Pergine con uno spettacolo commuovente, sull'Italia degli anni '70 e sui giovani di sempre
Teatro dell'Elfo
Viva l'Italia
di Roberto Scarpetti
con Andrea Bettaglio, Massimiliano Donato, Federico Manfredi, Alice Redini, Umberto Terruso
regia César Brie
Viva l'Italia è debuttato all'Elfo Puccini il 18 marzo 2013, a trentacinque anni esatti dalla morte di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, uccisi al quartiere Casoretto.
È stato in scena un mese, commuovendo e coinvolgendo spettatori di ogni generazione, dai parenti e i famigliari dei due giovani, a chi conserva vivo il ricordo di quei giorni del 1978, fino agli studenti che oggi, come allora Fausto e Iaio, frequentano le scuole, i concerti, i parchi e i teatri e vogliono essere liberi di immaginare il proprio futuro. Il Teatro dell'Elfo ha fortemente voluto questo testo di Roberto Scarpetti (vincitore della Menzione speciale Franco Quadri al Premio Riccione per il Teatro nel 2011) e ha scelto di affidare la regia a César Brie, per la sua sensibilità poetica e perché con lui aveva condiviso in quegli anni a Milano avventure artistiche e impegno politico. La storia è quella delle morti di Fausto e Iaio, due diciottenni milanesi frequentatori del centro sociale Leoncavallo, uccisi la sera del 18 marzo 1978, due giorni dopo il rapimento di Aldo Moro. Le indagini sulle Brigate Rosse si intrecciano con la morte dei due ragazzi: Fausto Tinelli, infatti, abitava in via Montenevoso 9, di fronte al civico 8, dove c'era un covo dei brigatisti, mentre all'ultimo piano del suo palazzo c'era un punto di osservazione dei servizi segreti.
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Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, per tutti Iaio, avevano diciotto anni nel 1978, vivevano nel quartiere di Milano, il Casoretto, una periferia con tante realta diverse, limmigrazione, la malavita, le case occupate, i centri sociali, le radio libere: due ragazzi come tanti, frequentavano il centro sociale Leoncavallo, che si trovava in via Leoncavallo. Quella sera, all'ora di cena, mentre si avviavano verso casa di Fausto, venivano attirati in via Mancinelli,dietro la chiesa di Casoretto. Otto colpi di pistola lasciarono Iaio senza vita sull'asfalto. Fausto, agonizzante, morì sull'ambulanza .
Radio Popolare diede la notizia, migliaia di persone in corteo nella notte
La rabbia e il dolore, si espressero nel sentire comune: hanno ucciso due come noi, le nostre idee non moriranno mai.
Il 22 marzo in piazza San Materno ai funerali dei due ragazzi c'erano 100 mila persone, studenti, lavoratori usciti dalle fabbriche, cittadini di Milano.
Ci si rese subito conto che era un omicidio politico, i depistaggi iniziali durarono poco. Lomicidio avvenuto a due giorni dal rapimento di Aldo Moro, venne rivendicato dai Nar, brigata Franco Anselmi.
Le indagini affidate a vari giudici, condotte in modo superficiale e discontinuo, proseguirono senza arrivare ad un processo.
La richiesta di verità e giustizia, limpegno costante dellAssociazione delle mamme antifasciste, costituitasi subito dopo la morte dei due ragazzi e sempre in prima fila nelle battaglie per la giustizia, ha impedito per 22 anni la chiusura dellinchiesta.
Nel dicembre del 2000, l'archiviazione definitiva: pur con forti indizi a carico di tre esponenti della destra neofascista legati alla banda della Magliana, Bracci, Carminati e Corsi, non è possibile procedere ad un processo.
Il lavoro di controinformazione e di alcuni giornalisti indipendenti, ha portato verso una verità storica: dietro lomicidio di Fausto e Lorenzo, cè lombra dei servizi segreti, dei poteri forti.
Nel 2001 Fausto e Iaio sono stati dichiarati vittime del terrorismo
organizzazione: Associazione culturale Aria - Comune di Pergine Valsugana