Vivere al buio: la cecità spiegata ai vedenti

Convegno

Presentazione di:
"Vivere al buio: la cecità spiegata ai vedenti" di Mauro Marcantoni, Erickson, 2014.
Come ci racconta l'autore, Vivere al buio è un manuale nato per spiegare ai vedenti non tanto cosa sia la cecità - condizione impossibile da provare per chi chiude per un momento gli occhi - ma quanto sia necessario rapportarsi con i ciechi in una relazione libera e diretta, senza ansie nè paure.
Dialogherà con l'autore Armando Massarenti, epistemologo e responsabile del supplemento domenicale del Sole 24 Ore.

Tentare di immaginare come potrebbe essere una vita al buio non è facile. Provare a tenere gli occhi chiusi per qualche minuto, oppure per qualche ora, non basta: essere ciechi è cosa diversa da non vedere.
Avere davanti qualcuno che non ci vede, parlarci, ci turba. Immersi come siamo nella cultura dell'immagine, dover interagire con qualcuno che non coglie la nostra apparenza ci spiazza, ci disorienta, ci fa sentire come se dovessimo, il più in fretta possibile, colmare una lacuna, ridurre una distanza, le stesse che noi creiamo e percepiamo.
Questo libro è scritto da un cieco e parla di cecità. È probabilmente l'unico modo di spiegare ai vedenti come comportarsi con chi non lo è: come risparmiarsi inutili imbarazzi, superare pregiudizi (soprattutto quelli che siamo certi di non avere), instaurare relazioni alla pari.
Il migliore approccio alla diversità - qualunque sia la sua natura - è quello di riconoscerla in quanto tale, considerandola una risorsa, un segno che non uniforma agli slogan politicamente corretti («siamo tutti uguali») né agli stereotipi dispregiativi («gli sfortunati handicappati»).
Vivere al buio è un sussidiario, un galateo a uso e consumo dei vedenti: perché vivano, lavorino, si rapportino con i ciechi senza ansie e paure, senza confinarli in quel recinto delle particolarità che rende fittizia e forzata la relazione umana che per sua natura deve essere reciproca, diretta, empatica e libera.