Vocabolario della parlata dialettale contemporanea...

Convegno

Presentazione del
"Vocabolario della parlata dialettale contemporanea della città di Trento e conservazione dell'antico dialetto: modi di dire, poesie, proverbi, teatro, toponomastica, nomenclatura, note di storia su fatti, luoghi e personaggi di Trento" di Elio Fox.
Tipografia Editrice Temi, 2014.

Sarà presente l'autore, che dialogherà con Lilia Slomp Ferrari.
Musiche del Trio "Iron Strings" (Associazione Culturale Il Tamburo del Sole).

Elio Fox, scrittore, storico e massimo studioso delle lingue minoritarie e dei dialetti che il nostro Trentino può vantare, è uscito ai primi di dicembre per la Tipografia Editrice Temi di Trento con un’opera splendida: Vocabolario della parlata dialettale contemporanea della città di Trento e conservazione dell’antico dialetto, un’opera iniziata già vent’anni fa che l’ha tenuto impegnato costantemente in studi e ricerche storiche, in consultazioni, in analisi e confronti con altri testi di vari vocabolaristi non solo trentini. Un’opera di quasi mille pagine che raccoglie lemmi del nostro dialetto ancora in uso e altri in disuso per quel cambiamento di usi e costumi, di mestieri non più praticati, di modernità introdotte nel quotidiano che non lasciano più spazio a oggetti e arnesi in uso fino alla metà del secolo scorso, ma non solo, proseguendo nella consultazione del Vocabolario, ci si trova immersi in un mondo di Modi di dire, Poesie, Proverbi, Teatro, Toponomastica, Nomenclatura, Note di storia su fatti, luoghi e personaggi di Trento, mondo che magicamente rivive per regalarci emozioni, ricordi straordinari, caroselli di parole richiamanti la vita dei nostri avi, le loro fatiche, i loro sogni, quel loro andare fieri delle proprie radici magari incontro a un futuro incerto in altri paesi, sempre però con l’entusiasmo e la costanza caratterizzanti l’essenza della gente della nostra terra.

Questo vocabolario è un’opera che per la sua complessità risulta preziosa e unica nel suo genere, frutto di profonda conoscenza della nostra parlata; per l’autore quasi sfida con sé stesso, sfida non facile che qualunque lettore può cogliere nella perfezione delle note, nella scelta dei testi poetici e teatrali contenenti il lemma che si intende descrivere. Che accompagna nella consultazione dei lemmi inseriti non c’è solamente la “grande storia” di un popolo ma anche quella “microstoria” custodita nei libri polverosi degli archivi consultati solitamente da studiosi attenti e appassionati. Tutto questo lavoro di ricerca, Elio Fox, l’ha fatto con puntiglio e dedizione tanto da donarci un Vocabolario che non è mai stancante o noioso, si può leggere quasi come un diario collettivo dove ogni pagina ha le sue sorprese, le sue curiosità, dove la musica della nostra parlata può richiamare altre voci, altri momenti, altri visi stampati nel cuore di ognuno di noi. Ci sono poesie del primo novecento di Vittorio Felini, Bepi Mor, Carlo Nani e altri che nella loro semplicità riescono a fotografare l’attimo di commozione, il quadretto famigliare, gli ideali, le miserie, i sogni, l’istante del brivido del cuore. E ci sono liriche di poeti della seconda metà del novecento, poeti che abbiamo conosciuto, amato per la purezza dei loro versi, e cito per tutti Marco Pola, Arcadio Borgogno, Italo Varner, che hanno sofferto la poesia; a leggerli ti coglie spesso il magone, poeti che hanno lasciato un segno profondo nella storia della poesia dialettale trentina; si alternano in continuo abbraccio con altri autori, ognuno con la propria dignità, la propria anima, a volte la propria umiltà, insieme ad autori teatrali che con le loro commedie hanno tracciato il cammino, la storia del nostro teatro dialettale.

Quest’opera, a nostro parere, dovrebbe trovare posto nella libreria di ogni famiglia trentina per il suo valore letterario e il profondo interesse che riesce a suscitare in chi lo consulta. Ogni scrittore e poeta della nostra terra che sceglie il dialetto come forma espressiva ora può avere le basi per una scrittura corretta e uniforme, rispettosa della grammatica, della sintassi e delle forme verbali da sempre frutto di dubbi e curiosità: sono riportate le coniugazioni dei verbi ausiliari avere e essere, dei verbi regolari lavorare, bere, venire, dei verbi irregolari andare, sapere, dire.

Molto interessante la proposta legata ai proverbi, ai modi di dire, ai profili storici di personaggi ai quali sono state intitolate vie e piazze della nostra meravigliosa città, il tutto posto con saggezza e garbo per non appesantire mai la consultazione del vocabolo che si intende analizzare.

Per dare un piccolo assaggio dell’impostazione di quest’opera scegliamo un termine fra i più affascinanti del nostro caro dialetto a pag. 190:

destrani s.m. nostalgia, struggimento, passione, desiderio misto a rimpianto. ESPRESSIONE: gavér d. de casa avere forte nostalgia di casa. LETTERATURA: El strani de la Tór – Ho vist la Madonina, / el Pincio, la laguna, / San Zen, la Ghirlandina, / e Capri, al ciar de luna // E m’ho sentì ’ntél còr / el strani del la Tór // de la me Tór de piazza / co i mèrli da castèl, / sì granda che la spazza / le nùgole del ziél… Italo Bertotti, in “Poesie mie, de mi”. Il Bertotti usa strani invece di destrani, per un problema di ritmo, ma il significato e la densità espressiva sono le stesse.

E ancora per immergerci nella ricerca storica uno stralcio a pag.452:

Osterie Todesche (Contrada dele) – Toponimo – È l’attuale Via della Madonna del Suffragio, in sintesi, Via del Suffragio. NOTE DI STORIA – deve il nome attuale alla chiesa eretta nel 1726 dalla Confraternita della buona morte e che si trova fra le case della zona alta di questa storica via. Numerose le osteriein questa contrada, tutte gestite da osti tedeschi e per questo chiamate anche le “osterie de Smiti”, dal diffusissimo cognome Schmidt. Fu nella roggia della casa al Canton del rabbino Samuele, all’angolo fra Via Lunga (oggi Via Giannantonio Manci) e Via del Suffragio, che il 23 marzo 1475, venne trovato annegato il piccolo Simone Unverdorben, di appena due anni e mezzo, in seguito venerato come santo. Gli ebrei vennero accusati di omicidio rituale e condannati a morte. Erano dieci, tutti innocenti.

Già dai richiami citati, solo due per ragioni di spazio, si può constatare, l’ampiezza e la varietà di spunti, la ricchezza di informazioni, la puntualità delle notizie che questo vocabolario contiene. Nel rincorrersi alfabetico dei termini in uso e ormai in disuso della parlata trentina scorrono i giorni nostri, quelli dei nostri avi, ci si immerge in un’atmosfera particolare che richiama quel destrani così magico da riportarci in un tempo, non poi tanto lontano, quando nel cuore dei trentini cantava salda la loro parlata musicale in un vissuto ormai quasi definitivamente scomparso.

Con questo suo pregevole lavoro, Elio Fox, ha cercato di fermare la memoria collettiva della sua gente, il canto della sua parlata, il fascino storico, la conoscenza della propria terra in un altalenarsi denso di curiosità ed emozioni stimolando ripetutamente il lettore a scoprire nel cuore quei palpiti segreti sopiti dalla frenesia del quotidiano, quelle radici che silenziosamente hanno cesellato sino ad oggi il nostro esistere. Grazie Elio!

da www.literary.it


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