Voglia di restare

Incontri e convegni , Presentazione libro

Indagine sui giovani nell’Italia dei paesi
«Su quali competenze locali fare leva e quali politiche immaginare al fine di dare spazio reale al “desiderio di restanza” che si va sviluppando tra i giovani delle aree interne?».
Da decenni le aree interne italiane sono coinvolte in intensi processi di spopolamento, di rarefazione dei servizi pubblici essenziali, di impoverimento produttivo. Si tratta di tendenze ormai croniche e alquanto diffuse, che il lavoro di analisi e di proposta dell’Associazione Riabitare l’Italia ha contribuito a riportare al centro del dibattito pubblico. Nonostante il declino demografico, economico e di attenzione, le aree interne continuano ad essere luoghi vivi, dove quotidianamente si riproducono beni pubblici fondamentali per l’intero paese e dove milioni di cittadini hanno scelto di vivere e di investire le loro capacità.
L’abbandono umano non è l’unica cifra di queste terre; molti decidono consapevolmente di restare; altri, seppure in misura limitata, di ritornare; e altri ancora di provare a sperimentare in questi luoghi «lontani» nuovi stili di vita, più «lenti» e connessi con la natura. La voglia di radicamento è un aspetto inedito e ancora poco esplorato, che merita di essere messo in luce perché rivela una realtà fatta di giovani che non solo non hanno lasciato i loro paesi, ma che hanno scelto di restare – o di tornare – in modo attivo.
Le storie raccontate in questo libro, raccolte attraverso un’ampia ricerca quanti- qualitativa condotta su un campione di oltre tremila giovani residenti nelle aree interne dell’intera penisola, fanno emergere il desiderio di «restanza», evidenziando tanto le opportunità quanto le difficoltà che la scelta di non partire comporta. La ricerca, coordinata da Andrea Membretti e Sabrina Lucatelli, restituisce una lettura articolata del fenomeno, facendo emergere sia i fattori che minacciano le possibilità effettive dei giovani di vivere e lavorare nei propri territori di origine sia le opportunità legate a una vera e propria «capacità di restare», che richiede di essere coltivata e accompagnata da politiche in grado di rispondere alle esigenze e alle aspirazioni di chi resta.

Paesi perduti? Dai territori alla mostra, e viceversa.
Una piccola rassegna di dialoghi che dalla mostra “Paesi Perduti. Appunti per un viaggio nell’Italia dimenticata” della Galleria Civica di Trento tengono fisso lo sguardo su quei territori che certo rischiano lo spopolamento e l'abbandono ma che - se si osserva bene, fuori dai luoghi comuni e dalle rappresentazioni più superficiali - esprimono con sempre maggiore insistenza i propri desideri e la propria capacità di ripensarsi.
Sono luoghi e comunità che sollevano interrogativi su quali siano i modi più adeguati per riconoscere vocazioni e tendenze, quali le traiettorie sociali, economiche e culturali da percorrere per porre al centro del discorso un ritrovato senso di appartenenza, quali le scelte necessarie per ridefinire una cassetta degli attrezzi utile per uscire dalla marginalità cui quelle che chiamiamo terre alte o aree interne sembravano inesorabilmente destinate.