Edoardo Tomasi, custode di storie...
...va in pensione!
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Denise Rocca su "L'Adige" del 23 luglio lo ha definito "cacciatore di testi" per la sua ricerca continua di testi rari da portare in biblioteca a Mori, che ora vanta un patrimonio di tutto rispetto.
Nella collana dell'Ufficio per il Sistema bibliotecario trentino, che lo vede tra i narratori, i bibliotecari sono definiti "custodi di storie", quelle scritte nei libri ma anche quelle raccontate dai lettori o vissute in biblioteca. Alcune Edoardo Tomasi le ha svelate a Giorgia Filagrana e sono custodite nel volumetto a lui dedicato.
Edoardo è arrivato alla professione di bibliotecario con un percorso insolito, quasi per caso, continuando a coltivare le sue variegate passioni: dalla storia alla bibliofilia alla musica. Ha iniziato a lavorare in un periodo in cui il mondo delle biblioteche stava cambiando radicalmente: l'informatizzazione del catalogo ha trasformato tutte le biblioteche del territorio in un'unica grande biblioteca, lasciando però a ciascuna la propria identità.
Nel suo lavoro ha adottato le parole di Michel Melot, tratte da La saggezza del bibliotecario:
Perché sarebbe saggio, il bibliotecario? Perché il bibliotecario sa che non sarà mai sapiente, poiché quando apre un libro, tutti gli altri restano chiusi. E sa bene, il bibliotecario, che non aprirà mai tutti i libri. Il bibliotecario ama i libri come il marinaio ama il mare. Un marinaio non è necessariamente un bravo nuotatore ma sa navigare e sa che non è a nuoto che si va più lontano. L'oceano del sapere, che inebria tutti i sapienti, rende umile il bibliotecario.
Edoardo ha navigato e - ne siamo certi - navigherà instancabilmente, con umiltà ma con grande competenza l'oceano del sapere.
24/07/2019