Incontro con Brunella Schisa

Intervista di Riccardo Mazzeo

Riccardo Mazzeo: Dopo una serie di romanzi storici, incentrati su figure di donne anticonvenzionali e combattive, da Berthe Morisot, l'amante di Manet, ne La donna in nero, alla Contessa Lara, talentuosa e promiscua amante di D'Annunzio, di Dopo ogni abbandono, pubblichi ora il primo romanzo ambientato ai nostri giorni nella tua Roma, Non essere ridicola. Puoi dirci le ragioni di questa svolta tematica?

Brunella Schisa: Lidia Ravera mi ha cercata chiedendomi di scrivere il primo romanzo della sua collana, “Terzo tempo”, focalizzata sull'amore e il sesso dopo i sessant'anni che vengono vissuti con difficoltà, soprattutto dalle donne, e che invece sono senz'altro possibili e ricchi di gioia e pienezza. La protagonista, come spesso accade, viene abbandonata dal marito dopo 25 anni di matrimonio per un'altra molto più giovane, ma lei saprà attraversare il dolore e lo sperdimento e risalire la china.

RM: Emma, l'eroina del libro, a 61 anni è da tempo preoccupata per il proprio aspetto fisico, benché sia ancora una donna molto attraente, mentre suo marito Pietro, che di anni ne ha 67, è soddisfattissimo del proprio corpo nonostante il sovrappeso. Perché c'è una tale disparità di percezione del proprio aspetto nei maschi e nelle femmine?

BS: Tale differenza è spesso dovuta a questioni di potere. Infatti, Pietro è un promoter finanziario mentre Emma è la dipendente di una libreria per la quale organizza eventi. Non è che esista una frattura insanabile fra il potere finanziario e la letteratura per come sono incarnate nei due personaggi, infatti Pietro è un affabulatore e scrive lettere bellissime, ma di fatto gli uomini tendono a semplificare e non è raro che invecchiando sentano l'impulso di illudersi che la giovinezza perduri grazie a una donna giovane, mentre le donne sono più complesse e più capaci di prendersi cura anche quando l'età avanza. Emma avrà comunque la sua rivincita!

Riccardo Mazzeo

18/07/2019