Il nuovo ordinamento delle amministrazioni comunali

05/09/2014 Administrator User
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Il nuovo ordinamento delle amministrazioni comunali
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Alla Camera dei deputati di Vienna, aperta il 29 aprile 1861 in un clima di grande conflittualità nazionale e d'interessi, dei quattro rappresentanti previsti per il Trentino solo due poterono essere eletti dalla Dieta tirolese, Giovanni Sartori e Carlo de Riccabona, mancando gli altri a causa dell'astensionismo. Nonostante la loro matrice cattolica e tendenzialmente conservatrice, i due deputati – come quasi tutti coloro che li seguiranno nella carica – si batterono per gli interessi della loro terra, compresi quelli relativi alla tutela nazionale, e presero parte attiva ai lavori per la nuova legislazione sui comuni, sfociati nella legge – quadro del 5 marzo 1862.
La legge manteneva in vita i principi fondamentali di quella del 1849 ribadendo i caratteri di indipendenza ed autonomia dei comuni ai quali venivano conferiti anche compiti delegati, e riconfermava la possibilità d'introdurre fra i comuni e le Diete organi intermedi elettivi. In base a tale normativa la Dieta tirolese, per le proprie competenze statutarie, venne chiamata ad elaborare un regolamento comunale per la provincia; ma i lavori non si presentarono facili, tanto da protrarsi dal 1862 al 1866. La maggioranza dell'assemblea, costituita da deputati clericali ed ultraconservatori, si scagliava contro il governo di Vienna ritenuto lesivo dei diritti del Land e scatenava pesanti attacchi nei confronti dei deputati liberali e di quelli della parte italiana del Tirolo, presenti perché non astensionisti. Costoro – in particolare Celestino Leonardi, Giovanni Sartori ed Andrea Strosio – per quanto d'indirizzo cattolico e considerati filogovernativi, nella difesa delle libertà dei comuni e degli interessi del Trentino, si schierarono accanto all'opposizione liberale assumendo posizioni che, nel contesto, avevano un sapore progressista e quasi rivoluzionario.
Il Regolamento provinciale del 1866 prevedeva che la rappresentanza comunale venisse espressa dai censiti sulla base di due (nei centri minori) o tre corpi elettorali; il diritto all'elezione corrispondeva a un dovere, tanto che il rifiuto alla nomina o l'assenteismo dei consiglieri venivano colpiti con multe a beneficio della cassa comunale. Le riunioni del consiglio erano pubbliche, così come i verbali delle sedute, i conti consuntivi e preventivi. Le attribuzioni dei comuni risultavano di duplice natura: quelle proprie (chiamate anche naturali o indipendenti), assai consistenti, e quelle delegate dal potere esecutivo. Nel Trentino, favorevole al decentramento ed al potenziamento degli enti periferici, il regolamento ebbe accoglienza positiva anche se, come appariva ai politici più accorti, la decantata libertà e autonomia comunali si riducevano a ben poco, dato che un altissimo numero di comuni era di dimensioni minime e dotato d'un patrimonio così modesto da escludere qualsiasi progetto di sviluppo.
L'attivazione delle rappresentanze elettive intermedie, caldeggiate dai trentini che in esse vedevano un pallido surrogato dell'autonomia, impegnò la Dieta tirolese dal 1863 al 1868 con dibattiti e scontri a non finire per l'opposizione dei conservatori. La legge istitutiva delle rappresentanze distrettuali venne finalmente varata nel novembre 1868, ma rimase priva d'attuazione nonostante le proteste dei trentini, congelata dalla maggioranza intesa ad evitare mutamenti ed a mantenere l'antico ordine politico – amministrativo.
Nel 1868 prendeva vita nel Tirolo italiano una sezione di luogotenenza, già decisa nel 1864. Il provvedimento, che risultava solo un distaccamento degli uffici di Innsbruck anziché la concessione di un minino d'autonomia, sia pure depotenziata, andò incontro a scarsi consensi tanto che la sezione di luogotenenza venne soppressa nel 1896.

Da
29/04/1861
A
1896
Personaggi
Riccabona Carlo de , Sartori Giovanni , Strosio Andrea , Leonardi Celestino
Codice
48683
codici_personaggi_as_text
50476-50483-50490-50645
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