Era normalmente organizzato dai Romani in base al procedimento della centuriatio, che consisteva nel dividerlo mediante linee parallele e perpendicolari, che si incrociavano ad angolo retto, in modo da formare un reticolato costituito da superfici tutte uguali. Si creavano così le strutture adeguate alla vita della comunità e le infrastrutture politiche proprie del centro urbano.
La regione alpina fu completamente integrata nello Stato romano solo nel 16/15 a.C. quando Druso e Tiberio iniziarono la campagna militare di sottomissione dei Reti e dei Vindelici a nord di Bolzano riuscendo a vincerli, come testimonia il famoso monumento realizzato nei pressi di Montecarlo: il Tropaeum Alpium di La Turbie (7-6 a.C.).
Alla fine del I sec.a.C. Ottaviano Augusto divise il territorio italico in undici regioni. L'Italia settentrionale era compresa nella X et XI regio. Il territorio trentino faceva parte della X regio, che comprendeva sostanzialmente gli attuali territori della Lombardia orientale (dall'alto corso dell'Oglio, con un tratto dell'Adda, fino alla confluenza col Po), il Trentino, il Veneto, il Friuli, l'Istria fino a Pola.
La X Regio comprendeva vari Municipi tra cui quelli di Feltre, Brescia, Trento, Verona, entro i quali era compreso il territorio trentino.
Appartenevano al primo il Primiero, il Tesino e la Valsugana; al secondo l'area benacense, le valli del Chiese e del Sarca, le Giudicarie esteriori; al terzo, la valle dell'Adige, tra Rovereto e Merano, il corso inferiore dell'Isarco, le valli di Non e di Sole; e infine al quarto la Val Lagarina (probabilmente da Rovereto).
La parte settentrionale dell'Alto Adige invece rientrava, rispettivamente, con la Val Venosta, nella provincia della Rezia, con la val Pusteria e le valli dell'Avisio nel Norico.
Dopo un periodo di sostanziale tranquillità, tra il I sec. d.C. e la prima metà del II, con le invasioni dei Quadi e dei Marcomanni, a partire dal 170 d.C., si verificò una lunga instabilità politica per tutto l'impero romano. La situazione peggiorò nel III sec.d.C., quando gli Alemanni, tra il 260 e il 275 d.C., penetrarono nell'Italia settentrionale. Nel secolo successivo poi, dopo una certa ripresa economica, pare si sia verificato un lento e progressivo processo di decadenza. In Trentino le indagini archeologiche sembrano confermare questi dati.
I primi reperti sicuramente di origine romana trovati sul territorio trentino risalgono al III/II sec.a.C. e sono rappresentati da alcune monete rinvenute, ad esempio, sul Doss Trento, che testimoniano l'esistenza di scambi commerciali intercorsi già in quell'epoca tra la popolazione locale e i Romani.