L'accordo Degasperi - Gruber e l'autonomia regionale

05/09/2014 Administrator User
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L'accordo Degasperi - Gruber e l'autonomia regionale
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Alcide Degasperi, ministro degli esteri nel governo Parri e, dal dicembre 1945, presidente del consiglio dei ministri con conservazione degli esteri, era consapevole come la questione dell'autonomia si congiungeva alla vertenza sull'Alto Adige e che questa costituiva un problema internazionale, legato agli equilibri fra le grandi potenze, dove all'Italia era riservato un minimo spazio decisionale. Il 14 settembre 1945, durante la prima sessione del Consiglio dei ministri degli esteri delle quattro potenze vincitrici (USA, URSS, Gran Bretagna e Francia), convocato a Londra per la stesura dei trattati di pace, venne accolta la proposta degli Stati Uniti di mantenere immutato il confine del Brennero, salve minori rettifiche che l'Austria avrebbe potuto chiedere in suo favore. Solo il 24 giugno 1946 il Consiglio, valutate le richieste austriache e i memoranda italiani, chiudeva la questione dei confini assegnando l'intero Alto Adige all'Italia.
Sulla base della risoluzione del 24 giugno, che cancellava l'ipotesi di autodeterminazione del gruppo sudtirolese, l'Italia e l'Austria, sollecitate anche dalle grandi potenze, cercarono di giungere ad un accordo. Ad esso erano favorevoli Alcide Degasperi che, fin dal 1945, aveva promosso diversi interventi legislativi per reintegrare i sudtirolesi dei loro diritti e dato assicurazioni sull'autonomia, e Karl Gruber, ministro degli esteri austriaco. La composizione della vertenza non si presentava però facile, perché l'Austria domandava l'autonomia garantita internazionalmente solo per l'Alto Adige. Le richieste autonomistiche del Trentino, poco recepibili dagli stati vincitori, risultavano estranee anche al mai dimesso centralismo romano che acconsentiva ad accettarle solo nell'ottica della costituzione di un quadro regionale a maggioranza italiana, dove poter controllare la minoranza tedesca.
Degasperi si trovò di fronte al duplice problema di rendere giustizia al gruppo sudtirolese, appianando una vertenza internazionale, ed al Trentino con la concessione di quell'autonomia che, sempre chiesta e mai ottenuta, aveva sperimentato nel passato solo nel nesso con la provincia tirolese. I colloqui per l'intesa, compiuti dal rappresentante italiano a Londra Nicolò Carandini, ma costantemente seguiti da Degasperi, e dal ministro Gruber, partivano da proposte assai distanti fra di loro. Ma la buona volontà e la correttezza dei protagonisti degli incontri, sinceramente interessati a giungere ad una soluzione positiva, portò, dopo una laboriosa revisione dei testi preparati dalle due parti, all'accordo di Parigi del 5 settembre 1946. Il testo dell'accordo venne comunicato alla Conferenza della pace dove le potenze vincitrici alleate e associate ne prendevano atto, compiacendosi del modo con il quale era stata risolta una questione riguardante un gruppo minoritario; esso venne poi inserito in qualità di allegato nel trattato di pace con l'Italia del 10 febbraio 1947. Il quadro (frame nel testo ufficiale steso in lingua inglese) dell'autonomia, per quanto non direttamente specificato, sarebbe sfociato in un ambito regionale, accettato da Gruber dopo riserve e perplessità, superate dalla fiducia nella collaborazione fra trentini e sudtirolesi. L'attuazione dell'accordo Degasperi – Gruber avrebbe sancito quindi e garantito anche l'autonomia trentina nel quadro della regione.
La decisione di mantenere il confine al Brennero e, nel settembre, l'accordo Degasperi-Gruber, diedero nuovo slancio ai progetti autonomistici. Preso atto delle critiche allo schema steso da Innocenti e conosciuto quello dell'ASAR del luglio 1946, inteso a svuotare al massimo le competenze dello stato, il governo presentò un secondo progetto Innocenti sottoponendolo ai partiti della regione: esso venne però respinto da ASAR, Volkspartei (SVP), socialisti e comunisti. Nel maggio fu presentato il progetto della SVP nel quale le due province di Trento e Bolzano erano erette in regioni autonome, ognuna con potere legislativo esclusivo in tutte le materie non riservate alle competenze dello stato. Contemporaneamente l'ASAR varava un secondo progetto dove, ancora più accentuatamente rispetto al primo, venivano rivendicati alla regione amplissimi poteri, facoltà e competenze. Lo zelo autonomistico aveva ormai guadagnato tutti i partiti, compresi quelli a vocazione centralista che, per non perdere l'elettorato locale, dovevano farsi paladini di tesi poco recepite nelle loro direzioni nazionali.
La constatata impossibilità di giungere ad un accordo tra le forze della regione per l'abbozzo di un progetto condiviso da tutti, portò alla nomina da parte del governo di una commissione di sette esperti, sotto la presidenza di Ivanoe Bonomi, con l'incarico di stendere uno schema di statuto. Nel novembre 1947, quando già la Costituente aveva approvato l'articolo 116 della costituzione che istituiva cinque regioni con speciale autonomia, la bozza di statuto elaborata dalla commissione venne sottoposta ai partiti. La reazione fu piuttosto dura: solo la DC ed i liberali risposero con parecchie proposte di modifica, mentre le altre forze la respinsero in blocco. Il tentativo compiuto nella capitale di comporre la frattura con la SVP portò ad accettare alcune osservazioni, mutamenti ed introduzioni fra quelli chiesti da una delegazione dei maggiori esponenti sudtirolesi. Finalmente il testo dello statuto, approdato alla Costituente, venne discusso ed approvato il 29 gennaio 1948, diventando la legge costituzionale n. 5 promulgata il 26 febbraio 1948. Si apriva, in questo modo e dopo tante attese, la stagione autonomistica del Trentino nel quadro della regione.

Da
14/09/1945
A
26/02/1948
Personaggi
Degasperi Alcide , Gruber Karl
Codice
48767
codici_personaggi_as_text
50413-50717
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