Morto Secondo di Trento (612), ci vengono a mancare notizie particolari sulle vicende tridentine. Sotto i successori di Agilulfo (+616) vi furono periodi di tranquillità, ma anche di lotte intestine: non sappiamo però quali avvenimenti abbiano toccato il Trentino (ove tuttavia il confine settentrionale continuava a subire la pressione baiuvara) fino ad Alachi, duca col quale Trento torna in primo piano verso la fine del VII secolo.
Dopo varie vicende, nel 671 sul trono longobardo era risalita la fazione cattolica con il re Pertarito (discendente di un fratello di Teodolinda). Il nuovo re si rese ben presto conto di dover controllare molti duchi delle terre orientali, primo di tutti Alachi, bellicoso ed ambizioso, anche con laiuto di alleati esterni, come i Baiuvari. Il duca trentino, compresa la politica del re, pericolosa per lui e per i confini del suo ducato, attaccò il conte baiuvaro che aveva occupato Bolzano ed i castelli circostanti, ributtandolo oltre Chiusa. Più tardi, con unabile mossa mise in fuga da Trento lo stesso esercito guidato da Pertarito contro di lui, ribellatosi apertamente. Lintervento del figlio del re, Cuniperto, associato al regno nel 678, riportò una temporanea pace tra i due. Anzi Pertarito affidò ad Alachi il potente ducato di Brescia, ricco e popoloso, indebolendo così fortemente la propria posizione: la pace quindi verosimilmente fu la conseguenza di una situazione difficile per il re. Non è chiaro se il duca mantenesse anche il ducato trentino, ma è probabile.
Qualche anno più tardi, rimasto solo re Cuniperto (688-700), Alachi si ribellò nuovamente, forse proprio allatto della successione, quando rialzò la testa il partito anticattolico fautore della tradizione. Nelle vicende della guerra Alachi riuscì ad occupare anche Pavia detronizzando temporaneamente Cuniperto, fino alla sconfitta definitiva a Cornate dAdda, ove perse la vita nello scontro che vide affrontarsi in pratica le forze della Neustria (Italia occidentale)e dellAustria (Italia orientale): in queste ultime erano certamente anche i tridentini.
Dopo Alachi Trento non ha più storia nelle vicende longobarde, né si può affermare con certezza se il ducato avesse più avuto un duca autonomo o fosse stato reso direttamente dipendente dal demanio regio a causa del tradimento e per limportanza che rivestiva ai fini della sicurezza dello Stato nei confronti dei popoli confinanti, sempre incombenti da settentrione.
Vi è però una notizia riportata dal meranese Arbeone, vescovo di Frisinga (in Baviera) nell VIII secolo, secondo la quale verso il 720 a Trento governava per conto di Liutprando un tal Usingo che non viene mai ricordato con il titolo di duca. Ciò fa pensare che Usingo fosse un funzionario dipendente dal re, come lo erano i gastaldi. Cuniperto dunque, come a Bergamo e Arezzo fece Ariperto II (701-712), aveva sostituito il duca ribelle con un rappresentante diretto. Negli stessi anni è proprio re Liutprando che dà ordine agli abitanti di Maia (Merano) di accogliere senza timore di inganni e di attacchi nemici la salma di s. Corbiniano (trasportata da Frisinga), che aveva espresso il desiderio di essere sepolto colà presso la tomba di s. Valentino. Trento diveniva così da ducato di confine fortemente autonomo dominio regio altrettanto fortemente controllato.
Il governo longobardo sulla contea di Bolzano, pur con qualche temporanea interruzione ed oscillazione, durò fino al 769 quando fu portata in dote da una figlia di re Desiderio al duca Tassilone III di Baviera, ma nel 774 essa fu nuovamente incorporata nel territorio tridentino con la conquista del regno longobardo da parte di Carlo Magno e vi rimase anche dopo la divisione di Verdun (843), quando il confine del regno germanico sul lato sinistro dellAdige fu forse fissato al rio di Gargazzone, tra Merano e Bolzano, ove siniziava il dominio italico dellimperatore e re Lotario (figlio di Ludovico il Pio), che continuava ad occupare il lato destro del fiume a partire da Tel, porta della val Venosta, ed inglobando Merano, e quando la diocesi di Coira, che probabilmente si estendeva già allora allalta valle dellAdige, fu staccata da Milano e sottoposta a Magonza. Fu forse in questa occasione che vennero sistemati i confini con la diocesi di Trento, fissati così per secoli al fiume Passirio, che a Merano sfocia nellAdige (ma che non evitarono contestazioni e contrasti nel corso dei tempi).