La presenza della Chiesa

05/09/2014 Administrator User
Argomento
La presenza della Chiesa
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Ad aiutare gli assediati interviene con la sua influenza la Chiesa locale con i vescovi delle due diocesi regionali (non dimentichiamo che i Franchi erano cattolici), assumendosi oltre all'impegno di protezione dei deboli sempre esercitato, compiti diplomatici e politici che saranno normali in molte città successivamente, ma che a Trento ed a Sabiona diverranno istituzionali per la stessa dislocazione territoriale delle diocesi.
Il vescovo "salvatore della patria" fu Agnello, già ricordato da Secondo nel frammento sopra citato e pastore della Chiesa tridentina sicuramente testimoniato dal 577 al 591. A lui (o almeno alla sua epoca) potrebbe essere attribuita anche la costruzione della chiesa paleocristiana sulla tomba di s. Vigilio, della quale diedero certa prova gli scavi effettuati sotto l'attuale duomo tra il 1964 e il 1974. La stima e la dignità di questo presule vennero ribadite anche poco dopo, quando i Longobardi, forse per l'influenza di Secondo, nel 591 lo inviarono alla corte franca a Metz per concordare la liberazione di coloro che dalle località devastate nel 590 erano stati trascinati in prigionia. La missione si concluse in modo positivo almeno per una parte di costoro, anche per il diretto intervento della regina madre franca Brunechilde. La maggior parte potè invece rientrare qualche anno dopo, quando ella ebbe la reggenza del regno e fu stipulata una pace perpetua. Il fatto però che anche il duca Evino fosse inviato per la più importante missione diplomatica di ottenere la pace poi raggiunta, con una delegazione evidentemente separata, fa dubitare che il viaggio del vescovo non fosse stato organizzato ufficialmente dal nuovo re Agilulfo (Autari era morto improvvisamente il 5 settembre 590 mentre erano in corso le prime trattative con il re franco), come afferma Paolo Diacono (e in realtà i tridentini non erano gli unici prigionieri né così importanti per un longobardo ancora ariano seppur favorevole ai cattolici e cognato del duca di Trento), ma ufficiosamente dalla regina e soprattutto dal duca trentino e sua moglie, che certamente avevano più a cuore la restituzione dei propri sudditi se non altro per ragioni di politica interna.
L'uno e l'altro episodio (anche se Paolo dipende dal racconto di Secondo, attento più alle cose del proprio paese che a quelle dell'intero stato) non fanno che confermare l'importanza del ducato trentino in questa fase della storia longobarda, antesignana di quella ben più conosciuta sotto gli imperatori germanici.
Alle trattative per il riscatto di quanti erano asserragliati sulla Verruca partecipa anche il vescovo di Sabiona, Ingenuino. L'importanza della notizia non sta tanto nel fatto dell'intervento di un secondo presule a sostegno di Agnello, quanto nel fatto da una parte che Trento si conferma essere stata la città per eccellenza per tutta la regione atesino-alpina, dall'altra che questa presenza potrebbe ribadire come a quel tempo i Baiuvari non fossero stabilmente scesi oltre la Rienza, che Sabiona era ancora entro i confini del ducato e che comunque la sua costituzione recente rendeva la diocesi sabionese in certo modo complementare della più antica e famosa sede trentina. È ipotizzabile pure che una affermata presenza di Ingenuino a Trento e poi ad Aquileia, in fuga da Sabiona attaccata e devastata dai pagani baiuvari, possa essere identificata con questa episodio, essendo ben comprensibile che costoro abbiano approfittato delle difficoltà longobarde di fronte alla pressione franco-bizantina.

Da
577 d.C.
A
591 d.C.
Personaggi
Agnello
Codice
48583
codici_personaggi_as_text
50573-50574
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Agnello Personaggio Attributo ( Personaggi )
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