La resistenza

05/09/2014 Administrator User
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La resistenza
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Il fenomeno resistenziale nel Trentino fu abbastanza contenuto, non privo di personalità di spicco e di episodi rilevanti, ma mancante di organizzazione unitaria. L'attività partigiana risultò più incisiva dove si appoggiava a formazioni operanti fuori provincia come quelle del vicentino e del bellunese che estendevano la loro azione oltre i confini. Zone di attività cospirativa furono il basso Sarca, l'area di Fiemme, la valle di Non, Trento e dintorni, il Tesino, l'altopiano di Folgaria.
Poco dopo la costituzione dell'Alpenvorland, aveva preso vita il Comitato di liberazione nazionale di Trento con la presenza di Giannantonio Manci, Egidio Bacchi e Guido Pancheri, tutti d'indirizzo socialista, Guido de Unterrichter, cattolico, Beppino Disertori, repubblicano e Giuseppe Ottolini, comunista. Il Comitato, in rapporto con il CLN Alta Italia, composto da uomini di notevole preparazione politica e dottrinale (nel febbraio 1944 usciva il "Manifesto del movimento socialista trentino" con un solido programma per la ricostruzione democratica), incontrò difficoltà nel dare un coordinamento organico al movimento di opposizione ed alla resistenza armata, destinata a risolversi in iniziative isolate di disturbo e sabotaggio.
Nel maggio 1944 avveniva un'azione di rastrellamento da parte delle SS nell'area Predazzo – valle di Cembra – val Calamento con la cattura di alcuni partigiani. L'operazione più massiccia era però rivolta alla zona del basso Sarca dove, il 28 giugno, venivano trucidati 11 militanti nella resistenza. Subito dopo, a Trento, erano arrestati alcuni elementi di punta del CLN, fra i quali Giannantonio Manci, suicidatosi per non tradire i compagni sotto interrogatorio. Solo nell'autunno il CLN provinciale riuscì a ricostituirsi, ma rimanendo travagliato dai problemi sorti dalle diverse posizioni ideologiche e tattiche dei rappresentanti i partiti. Le repressioni più violente da parte nazista si ebbero, nella seconda metà del 1944, con l'eccidio di malga Zonta nell'altopiano di Folgaria (12 agosto); nel Tesino (novembre 1944 – inizi 1945) dove il forte movimento di resistenza venne stroncato da rastrellamenti seguiti da arresti e fucilazioni che portarono alla morte anche di due donne, Clorinda Menguzzato e Ancilla Marighetto; con gli interventi in valle di Fiemme (novembre) e nella zona di Pinè (dicembre).
Nelle popolazioni l'attività dei partigiani suscitò più apprensioni e timori per le possibili rappresaglie che consensi: l'atteggiamento generalizzato rimase quello di sfuggire all'assunzione di scelte rischiose, trovando rifugio sotto lo scudo protettivo eretto dal commissario – prefetto.
Proclamata l'insurrezione generale del 25 aprile 1945 che avrebbe portato alla resa delle armate tedesche in Italia, anche i partigiani del Trentino si sollevarono per liberare il paese dall'occupazione nazista. Il compito di recarsi presso le autorità germaniche con la richiesta della cessione dei poteri civili spettò, su delega dell'infermo de Bertolini, al colonnello de Finis accompagnato dal vice prefetto Meneguzzer. Dopo il primo netto rifiuto, il colonnello dei carabinieri tornava con l'arcivescovo Carlo de Ferrari chiedendo anche la tutela dei cittadini e delle opere pubbliche ed ottenendo, alla fine di difficili e reiterate insistenze, il trapasso dei poteri e l'assicurazione di una ritirata senza violenze. Purtroppo, nonostante il servizio d'ordine e l'impegno da entrambe le parti di astenersi da atti aggressivi, il 2-4 maggio, a guerra ormai finita, uno scontro fra partigiani e tedeschi portava agli eccidi ed alle rappresaglie di Castello di Fiemme, Ziano, Stramentizzo e Molina dove persero la vita una cinquantina di civili.

Da
1943
A
1945
Personaggi
De Bertolini Adolfo , Manci Giannantonio , Carlo De Ferrari , Bacchi Egidio , Pancheri Guido , de Unterrichter Guido , Disertori Beppino , Ottolini Giuseppe , Menguzzato Clorinda , Marighetto Ancilla
Codice
48763
codici_personaggi_as_text
50683-50698-50701-50705-50706-50707-50708-50709-50710-50711
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