La vita culturale e la festa barocca

05/09/2014 Administrator User
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La vita culturale e la festa barocca
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All'interno della fioritura accademica verificatasi in Italia durante il Seicento ebbe un suo posto anche l'Accademia degli Accesi, fondata nel 1629 a Trento sotto il patrocinio di Carlo Emanuele Madruzzo e peraltro subito cessata a causa della pestilenza. Una vita stentata quella del sodalizio letterario tridentino, con qualche sporadica apparizione nel 1648, una sorta di rifondazione nel 1671, scarsamente coronata da successo, e un graduale spegnimento nei primi decenni del Settecento, seguito da un inutile tentativo di ripresa nel 1761. Il vuoto verseggiare degli Accesi, il loro motto pretenzioso (Fit aemula motu), i velleitari pseudonimi dei membri, l'ostentata celebrazione del nume tutelare, il principe, tutto ciò poneva l'accademia trentina sullo stesso piano delle numerose sorelle nate in quel tempo in Italia, dalle quali oggi la ricerca storica è attratta, piuttosto che non per l'artificiosa e troppo concettuosa loro produzione letteraria, per il significato sociale che rivestiva in quell'epoca una così diffusa urgenza associativa.
Un posto certamente di maggior rilievo, rispetto a queste espressioni che caratterizzarono fortemente l'epoca, ma che lasciarono altrettanto debole traccia, merita l'opera di Michel'Angelo Mariani (Trento con il Sacro Concilio), pubblicata nel 1673. Comunque indice di un gusto letterario tipico del tempo, volto a sorprendere e a suscitare meraviglia con scopi moralistici ed edificanti, il lavoro del Mariani è tuttavia anche una preziosa testimonianza sulla realtà del territorio tridentino di allora, essendosi dedicato l'autore non solo alla descrizione della città, ma anche di molti luoghi del vescovato, dal punto di vista storico, economico, artistico e del costume.
Assieme alle recite funebri o laudative degli Accesi, protagoniste della stagione barocca a Trento furono anche le rappresentazioni teatrali organizzate dai gesuiti nell'ambito del loro collegio, ma offerte anche al pubblico esterno, le quali erano per lo più ispirate a soggetti religiosi o mitologici rivisitati in senso cristiano. Esse pure erano basate su quegli effetti scenografici che connotarono in generale le espressioni artistiche barocche, dopo la fase più rigorosa e repressiva che aveva contraddistinto i primi tempi della Controriforma.
Ma ciò che maggiormente sintetizza il gusto per le cose sorprendenti e atte a suscitare forti emozioni furono le complesse scenografie allestite nelle strade della città per accogliere i personaggi illustri che vi giungevano come ospiti della corte vescovile, eventi la cui frequenza concorse ad attribuire a Trento il titolo di città perennemente in festa. Gli archi di trionfo posti alle porte della città ad accogliere gli insigni visitatori erano costruiti con materiali versatili, duttili e facilmente riciclabili (da cui il termine di ‘apparati effimeri'), a opera di artisti impegnati anche nelle arti maggiori, che potevano qui sperimentare soluzioni nuove. Ma anche le altre feste profane mettevano in mostra effetti così spettacolari e stupefacenti che il popolo, non più protagonista dei divertimenti come nell'età medievale, non poteva fare altro che contemplare smarrito, ignaro inoltre dei significati allegorici reconditi che gli apparati allestiti erano in grado di trasmettere solo a un pubblico colto. Tra le feste organizzate in onore dei numerosissimi ospiti della corte vescovile, l'apice nello sfarzo e nell'inventiva di coloro cui ne veniva affidata la riuscita, fu probabilmente raggiunto dagli intrattenimenti – descritti particolareggiatamente dal Mariani – allestiti in occasione della lunga permanenza a Trento, negli anni 1648 -  1649, dei figli dell'imperatore Ferdinando III, Ferdinando IV d'Asburgo re d'Ungheria e la sorella Maria Anna, futura sposa di Filippo IV di Spagna.
Non da meno nel coinvolgere e nell'emozionare il popolo furono le coreografie che caratterizzavano le manifestazioni collettive della vita religiosa, quali le imponenti processioni (quella in onore del martire Simonino ad esempio) o le celebrazioni legate all'anno liturgico (in particolare le sacre rappresentazioni della Settimana Santa). Perfino le esequie di personaggi illustri diventavano occasione di ostentazione della potenza della chiesa attraverso un fastoso quanto rigoroso cerimoniale: come ad esempio in occasione del rito funebre per il generale delle armate imperiali Mattia Galasso, nel 1647 o, a conclusione dello splendido secolo madruzziano, la fastosa cerimonia allestita alla morte di Carlo Emanuele Madruzzo nel 1658.
Ma proprio questi anni connotati dallo magnificenza della corte vescovile e dalla splendida ospitalità dei suoi principi segnavano al contempo la progressiva decadenza di un grande casato, quello dei Madruzzo, e l'ingresso anche per il territorio tridentino in un periodo di crisi economica che avrebbe segnato per decenni vaste aree dell'Europa cattolica.

Da
1629
A
1673
Personaggi
Carlo Emanuele Madruzzo , Mariani Michel'Angelo
Codice
48640
codici_personaggi_as_text
50456-50631
Oggetti correlati (2) Classe Tipo di relazione
Carlo Emanuele Madruzzo Personaggio Attributo ( Personaggi )
Mariani Michel'Angelo Personaggio Attributo ( Personaggi )
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