Le operazioni militari sul fronte trentino

05/09/2014 Administrator User
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Le operazioni militari sul fronte trentino
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Nel Trentino il preannuncio della guerra ebbe ripercussioni ancor prima dello scoppio delle ostilità. Il 30 marzo veniva sciolto il consiglio comunale di Trento ed il capoluogo affidato ad un amministratore ufficioso, l'avvocato Adolfo de Bertolini, rimasto in carica fino al 4 gennaio 1918 quando venne arrestato con l'accusa di spionaggio in favore dell'Italia. Medesima sorte toccherà a Rovereto, affidata dal 21 giugno al capitano distrettuale Giovanni Hafner. Le misure di polizia, scattate immediatamente, portavano all'arresto di numerose persone sospettate d'irredentismo, destinate ad essere trasferite nel campo d'internamento di Katzenau. La città di Trento, dichiarata "fortezza", già a partire dal 20 maggio conosceva l'ordine di evacuazione seguita da altre aree a rischio. Aveva così inizio il dramma delle popolazioni trentine, colpite, travolte e disperse nel corso di tre anni destinati a lasciare sul territorio distruzioni immani.
Il fronte di combattimento, aperto col 24 maggio, risultava assai ampio e difficile per le caratteristiche geografiche del paese; dalle valli s'innalzava a quote altissime attestandosi sul crinale dei monti e dei ghiacciai come l'Adamello e la Marmolada. Nel versante austriaco correva uno sbarramento di fortificazioni, a volte distanti dai confini in base al calcolo delle capacità difensive. La guerra avrebbe assunto l'aspetto degli arroccamenti nelle trincee, degli sforzi per strappare lembi di terreno, delle avanzate sempre aleatorie, dell'incubo dato dalle avversità atmosferiche: una tipica guerra di montagna fatta di enormi disagi, ma anche d'interventi tecnici a volte geniali ed innovativi per costruire strade, teleferiche, linee telefoniche, baraccamenti e fortini onde permettere gli insediamenti umani in condizioni estreme.
Il 1915 vide il successo delle operazioni militari italiane impegnate nell'offensiva. L'avanzata dell'esercito portò all'occupazione del Tonale, della valle di Ledro e della conca di Bezzecca, di alcune posizioni sul Baldo, sul Pasubio e verso Lavarone, alla penetrazione nella valle dell'Adige arrestata alle soglie di Rovereto, all'occupazione della Valsugana fino a Borgo, di Primiero e di Cortina. La ritirata austriaca risultava motivata da cause strategiche; il fronte in questo modo si riduceva e presentava maggiori possibilità difensive agevolate dalle fortificazioni.
All'aprirsi del 1916 venne progettata la controffensiva austriaca tra l'Adige e il Brenta, concretatasi nella Strafexpedition iniziata il 15 maggio e fermata il 16 giugno dalle armate italiane. Il 10 luglio, durante uno scontro sul monte Corno in Vallarsa, avveniva la cattura di Cesare Battisti. Egli, trasportato nelle carceri del castello del Buonconsiglio e processato il 12 luglio per alto tradimento, venne condannato a morte per capestro; la sentenza ebbe esecuzione nella sera del medesimo giorno, come quella di Fabio Filzi fatto prigioniero insieme a Battisti.
Successivamente all'occupazione italiana del monte Cauriol, compiuta nell'agosto, le operazioni militari conobbero una lunga tregua, fino alla battaglia dell'Ortigara del giugno 1917. Nel settembre del medesimo anno fallì il progetto di cogliere a sorpresa le difese austriache a Carzano, in Valsugana, ed aprire la via per giungere fino a Trento. Dopo la sostituzione del generale Cadorna con Armando Diaz, il 9 novembre avvenne la rotta di Caporetto con la perdita delle province di Udine, Belluno, parte di quelle di Venezia e Vicenza, Cortina e, nel Trentino, del Primiero e della Valsugana in concomitanza con gli scontri sanguinosi del Grappa e degli altipiani.
Nel 1918 mutava il quadro generale dopo l'entrata in guerra degli Stati Uniti contro gli imperi centrali (nell'aprile 1917 contro la Germania, nel dicembre contro l'Austria) e l'armistizio firmato nel marzo dalla Russia dove si era affermata la rivoluzione bolscevica. In tale contesto l'Italia riprendeva le operazioni difensive sia sul Piave (giugno-luglio), sia sul crinale occidentale del Trentino. A fine ottobre, mentre avveniva il collasso della Germania e dell'Austria-Ungheria, gli italiani si impegnavano nell'offensiva di Vittorio Veneto e nello sfondamento del fronte del Grappa. Il 3 novembre veniva firmato l'armistizio di Villa Giusti, diventato esecutivo il giorno 4; le prime truppe italiane raggiungevano Trento il 3 novembre.
I fuorusciti trentini, ottenuto il permesso di arruolarsi nell'esercito italiano, parteciparono, nel numero complessivo di 759, alle operazioni militari sui diversi fronti distinguendosi per abnegazione e valore. La condanna di Cesare Battisti provocò l'ordine del loro ritiro dalla prima linea nel timore di altre tragiche catture, ma il provvedimento del comando supremo venne revocato in poco tempo per le proteste dei volontari costituitisi in "Legione Trentina". Questo gruppo di giovani, entrati in guerra sull'onda dell'entusiasmo, era destinato a pagare un tributo altissimo agli ideali patriottici con più di cento morti e numerosi feriti.

Da
30/03/1915
A
4/11/1918
Personaggi
Diaz Armando , Filzi Fabio , De Bertolini Adolfo , Hafner Giovanni , Battisti Cesare
Codice
48730
codici_personaggi_as_text
50415-50428-50683-50684-50754
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Battisti Cesare Personaggio Attributo ( Personaggi )
De Bertolini Adolfo Personaggio Attributo ( Personaggi )
Diaz Armando Personaggio Attributo ( Personaggi )
Filzi Fabio Personaggio Attributo ( Personaggi )
Hafner Giovanni Personaggio Attributo ( Personaggi )
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