Le strutture amministrative

05/09/2014 Administrator User
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Le strutture amministrative
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Il riordino delle competenze spettanti alle amministrazioni comunali, rientrante nelle attribuzioni della Dieta tirolese, fu definito con il Regolamento del 1819 che prevedeva la ricostituzione dei 384 comuni ridotti a 110 municipi nel Dipartimento dell'Alto Adige in epoca napoleonica. Questo riportava in vita una polverizzazione comunale di forte ostacolo a qualsiasi possibilità di sviluppo economico e sociale, ma cancellava anche un provvedimento sofferto con disagio dalla quasi totalità della popolazione. Il Regolamento divideva i comuni in tre categorie: i comuni di campagna, le città minori e le città maggiori. Nella prima categoria rientrava la stragrande maggioranza dei centri abitativi, nella seconda Riva, Arco ed Ala, nella terza Trento e Rovereto.
L'amministrazione dei comuni di campagna, nella sua semplicità, rispecchiava le caratteristiche di vita dei paesi dell'arco alpino, frastagliato da valli e monti, con un'economia agricola di sussistenza e la frammentazione della proprietà fondiaria. Essa era affidata, su base elettiva, ad un capocomune, due deputatati comunali, un cassiere ed un esattore delle imposte. Nelle città minori veniva costituito un "Magistrato politico – economico" con un borgomastro, quattro consiglieri, un amministratore, un esattore delle imposte e, ove necessario, un cancelliere ed un architetto civico; le elezioni si svolgevano con un sistema di secondo grado.
L'ordinamento delle città maggiori (nel Tirolo erano Innsbruck e Bolzano oltre a Trento e Rovereto) era più complesso perché in esse il Magistrato politico – economico, oltre ad essere titolare di una amministrazione propria, era anche istanza politica di primo grado per i poteri delegati dal governo, tanto che queste si configuravano come città – distretto. A Trento l'amministrazione comunale era costituita dal podestà, da due consiglieri nominati dal governo, da sei consiglieri designati da un collegio di 24 membri eletti dai censiti e da un consiglio cittadino di 24 rappresentanti, scelti direttamente dai censiti e rinnovabile per metà ogni due anni. Il fatto che il diritto di voto fosse legato al pagamento delle imposte anziché al ceto sociale allargava considerevolmente il corpo elettorale calcolato per Trento, dopo il 1825, a circa 1300 persone.
Nel 1815 venne tolta ai comuni la tenuta dei registri di stato civile, effettuata a suo tempo dal governo bavarese e mantenuta dal Regno italico, per passarla alla competenza delle parrocchie. I registri delle nascite, morti, matrimoni tornavano così nelle mani delle autorità ecclesiastiche ed i parroci assumevano il ruolo di ufficiali di stato civile con l'incarico di rilasciare i relativi certificati, compresi quelli di povertà e di moralità.

Da
1813
A
1825
Codice
48657
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