Colazione da Tiffany

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Stagione di Prosa

Sarà «COLAZIONE DA TIFFANY», adattamento teatrale di Samuel Adamson di un romanzo breve di Truman Capote, ad aprire giovedì 15 novembre al Teatro Sociale la Stagione di Prosa 2012-2013 organizzata dal Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento. In scena, per la regia di Piero Maccarinelli, la Compagnia della Cooperativa teatrale “Gli Ipocriti” con Francesca Inaudi e Lorenzo Lavia. Si replica venerdì 16 (ore 20,30), sabato 17 (ore 21,00) e domenica 18 novembre (ore 16,00).

Gli Ipocriti Coop. s.p.a.
Colazione da Tiffany
Compagnia Gli Ipocriti
di Truman Capote
adattamento di Samuel Adamson – traduzione Fabrizia Pompilio
con Francesca Inaudi e Lorenzo Lavia
e con Mauro Marino, Flavio Bonacci, Anna Zapparoli, Vincenzo Ferrera, Guido
Federico Janni, Cristina Maccà, Ippolita Baldini, Riccardo Floris, Pietro Masotti
scene Gianni CArluccio
costumi Alessandro Lai
regia Piero Maccarinelli

L’atmosfera è sempre sottile, frizzante, e un alito di freschezza soffia in quasi tutte le situazioni che fanno rivivere allo spettatore la favola di Holly, ragazza estroversa, molto sofisticata e con qualche scheletro nell’armadio. Bella e umbratile, sa spargere sugli altri leggerezza e buonumore, con un’ebbrezza che ha però l’amaro retrogusto di una insondabile malinconia. Anche se la memoria corre facile al film di Blake Edwards con Audrey Hepburn e George Peppard, Colazione da Tiffany è in realtà un breve romanzo gioiello di Truman Capote da cui Samuel Adamson ha tratto una riduzione teatrale.

Si racconta la storia di Holly; chi la racconta è William Parson, scrittore giovane che arriva dall’Alabama a New York, forse un alter ego di Truman Capote.
Siamo nel 1957 e lo scrittore incontra Joe Bell, il barista che, segretamente innamorato di Holly, lo invita a ripercorrere la sua storia e a rivedere il suo vecchio appartamento nell’East Side…
William/Fred ritorna e ricorda tutto del 1943, l’anno in cui ha conosciuto per la prima volta Holly, una ragazza del Sud che si è trasferita a New York, dove frequenta il bel mondo dell’East Side ma anche personaggi equivoci come il mafioso Sally Tomato che lei visita a Sing Sing o il suo avvocato Mr. O’Shaughnessy. I suoi amici sono personaggi fatui: Mag Wildwood, una fotomodella dell’Arkansas; O.J. Berman, agente di secondo piano di Hollywood; il diplomatico brasiliano Josè Ybarra-Jaegar; Rusty Trawler, miliardario nazista; Middy Munson, ex attrice ora giornalista di gossip; Madame Spanella, cantante lirica pettegola e frustrata.
Holly si innamora di Josè, ma a provocare un cortocircuito emotivo è l’arrivo, dal Texas, del suo primo marito, Doc Golightly.
Holly vorrebbe sposare Josè di cui è rimasta incinta ma uno scandalo le impedisce di farlo. Perde il bambino che aspettava da Josè e decide, nonostante tutto, di partire da sola per il Brasile dove vuole incontrare “i venti miliardari più ricchi di ogni razza e di ogni colore”… Da quel momento, dopo aver abbandonato anche il suo gatto, di Holly si perdono le tracce…
Joe e Fred si raccontano, nel ’57, che forse lei era in Africa, fotografata da Yunioshi, il giapponese di Harper’s Bazaar.
Solo una lettera spedita da Holly all’editore di William/Fred ci dice che avrebbe fatto conoscere il suo indirizzo quando l’avesse saputo lei stessa; l’indirizzo non si conoscerà mai e Holly entrerà, con grande leggerezza, nel sogno di Fred/William/Truman e nell’immaginario collettivo di tutti noi…

Sarà il palcoscenico del Teatro Sociale a ospitare, da giovedì 15 a domenica 18 novembre, il primo spettacolo della Stagione di Prosa 2012/2013 organizzata a Trento dal Centro Servizi Culturali S. Chiara. Sarà in scena la Compagnia della Cooperativa teatrale “Gli Ipocriti” che presenterà, per la regia di Piero Maccarinelli, «COLAZIONE DA TIFFANY» di Truman Capote nella traduzione curata da Fabrizia Pompilio.
Per tutti Colazione da Tiffany è il film di Blake Edwards, uscito nelle sale nel 1961 con l’indimenticabile Audrey Hepburn e George Peppard. Per quasi tutti, dato che Colazione da Tiffany nasce in realtà da un breve romanzo/gioiello di Truman Capote pubblicato nel 1958, da cui Samuel Adamson ha tratto una riduzione teatrale. «Quando mi è stato ha chiesto di dirigerne la versione italiana – spiega il regista, Piero Maccarinelli – ho accettato, perché Colazione da Tiffany mi sembra un classico del ‘900.»
Holly Goligthly è una cover girl americana arrivata a New York un po’ lolita cresciuta, un po’ traviata. Intorno a lei ruotano i molti personaggi del mondo un po’ ridicolo e patinato dell’East End newyorkese: un agente di Hollywood, un mafioso italo-americano, il proprietario di un bar, ricchi diplomatici brasiliani. Vive in una modesta casetta dell’East Side popolata da una fauna artistica al limite della sopravvivenza e della trasgressione. Tutti sono un po’ innamorati di Holly, che sembra attraversare la vita in punta di piedi: il suo passato, il primo marito, la sua attività di prostituta, le sue feste sgangherate. Ma Holly ha una grazia innata e per tutti “è in transito”: nessuno la può fermare, catturare o dire che gli appartenga. È un personaggio incantevole, dotato di una grazia sorprendente e, anche quando perde il bambino che aspetta dal diplomatico brasiliano, sa rimettersi velocemente in piedi e ricominciare a vivere. Suo contraltare nella drammaturgia è lo scrittore William Parsons (forse un Truman Capote giovane) timido, impacciato, che subisce il suo fascino e la considera sua fonte di ispirazione; è platonicamente innamorato di lei. Trascinato da Holly a conoscere e vivere la grande New York, William con l’amico confidente Joe Bell, è la nostra guida fra le pagine del testo teatrale.
L’atmosfera è sempre sottile, frizzante, e un alito di freschezza soffia in quasi tutte le situazioni che fanno rivivere allo spettatore la favola di Holly, ragazza bella e umbratile, che sa spargere sugli altri leggerezza e buonumore, con un’ebbrezza che ha però l’amaro retrogusto di una insondabile malinconia.
In scena, nel ruolo dei protagonisti, due giovani attori già conosciuti dal grande pubblico, ma che si presentano per la prima volta sul palcoscenico di Trento. Francesco Lavia, figlio d'arte, ha lavorato spesso in teatro a fianco del padre, Gabriele, e Francesca Inaudi, formatasi al Piccolo di Milano, è nota soprattutto per le sue apparizioni televisive in Distretto di Polizia. La Einaudi, che interpreta Holly evitando di far pensare a Hodrey Hepburn, connota il personaggio di una tenera trasgressione muliebre e Lorenzo Lavia disegna con gusto e misura la figura dello scrittore innamorato, alla quale conferisce sfaccettature che alludono ad altre sue preferenze. Completano il cast Biagio Forestieri, Anna Zapparoli, Flavio Bonacci, Riccardo Floris, Fortunato Cerlino, Cristina Maccà, Giulio Federico, Ippolita Baldini e Pietro Masotti. Le scene sono di Gianni Carluccio e i costumi di Alessandro Lai.


organizzazione: Centro Servizi Culturali S. Chiara

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