Cubitosa d'Arco

Teatro

Trento Estate 2005
Teatro

Compagnia Co.F.As.
Cubitosa d’Arco
di Antonia Dalpiaz
regia di Mariano Furlani

Il dramma “Cubitosa d’Arco” riprende in modo lievemente romanzato la vicenda della contessa d’Arco, la quale si trova, suo malgrado, invischiata nelle sanguinose lotte fra parenti, che vedono coinvolto il terribile Ezzelino da Romano e molti altri tra i più importanti ed influenti personaggi del tempo. Liberatasi dalla prigionia vede morire il padre Riprando e quindi cerca di difendere la propria eredità dalle mire di Odorico, suo cugino. In un primo tempo il Vescovo di Trento Egnone di Appiano si allea con la contessa, che poi tradisce, rivolgendosi ad Odorico per difendersi dai suoi nemici. Cubitosa a causa delle sue tristi vicissitudini si ammala gravemente e sul letto di morte disereda i cugini accusandoli della sua prigionia e dalla morte del padre.

Quando il teatro - come in questo caso con "Cubitosa D'Arco", dramma del tredicesimo secolo restituito alla contemporaneità da Antonia Dalpiaz - sceglie di raccontare tracce storia e memoria, assolve degnamente a quel compito di testimonianza civile che la CO.F.AS. da anni sa interpretare. Se poi consideriamo che questo spettacolo è anche un momento collettivo, capace di coinvolgere oltre cento interpreti, fra attrici ed attori, appartenenti alle Filodrammatiche della Valle dei Laghi e Basso Sarca, è facile comprendere come lo spettacolo diventi anche moménto di aggregazione. Una proposta davvero popolare cui va il saluto di chi coltiva l'idea della cultura come fattore decisivo nella crescita del territorio e di chi vive e opera in quei territorio.
Vicepresidente e assessore alla cultura Provincia autonoma di Trento Margherita Cogo

Sullo sfondo di una delle innumerevoli lotte per la conquista o il mantenimento di potere nel XIII sec., spicca, e in un ruolo anomalo, la figura di una donna, Cubitosa, contessa d'Arco (1236-1266), figlia di Riprando. I due, padre e figlia, vengono imprigionati, anche su suggerimento del ben conosciuto Ezzelino da Romano, dai cugino Odorico, nipote di Riprando. Poco dopo il padre muore, avvelenato, ma l'indomita figlia riesce a fuggire, intraprendendo una strenua lotta volta a ristabilire i diritti usurpati e, nondimeno, a raccontare al mondo le circostanze della morte del padre.
Una vicenda come tante forse, ma che si rende evidente per la figura assai particolare di questa donna, entrata, oltre che nella storia, nella leggenda. Una donna che si è caricata dell'impegno, non certo usuale all'epoca, di rivendicare quanto spettava al padre ed alla sua discendenza.
Una donna che si è mostrata, poi, assai riconoscente verso chi, i contadini, più l'aveva aiutata.
Cubitosa d'Arco può essere identificata, ai giorni nostri, quale "eroina" che ha messo al centro della sua azione, non solo la vicenda tutta familiare e politica della riconquista di quanto usurpato, ma una strenua lotta cui consegue la conquista, in particolare, di una propria negata identità.
È un onore per Trento ospitare dentro le mura del Buonconsiglio la storia di questa donna, storia restituitaci dalla felice penna di Antonia Dalpiaz e dall'ottima interpretazione di attori che fanno del teatro amatoriale occasione di stimolo e di crescita culturale di una intera comunità. Una comunità che sente la riscoperta del suo passato quale elemento importante e significativo del suo percorso di apertura al futuro. A nome del Comune di Trento ringrazio tutti coloro che con il loro impegno hanno contribuito alla realizzazione di questo spettacolo che so essere di sicuro gradimento
L'Assessore alla Cultura e Biblioteche del Comune di Trento Lucia Maestri


organizzazione: Comune di Trento - Centro Servizi Culturali S. Chiara

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