Don Giovanni

Teatro

Rassegna “Trento Nuova Scena 2013” promossa dal C.U.C. Circolo Universitario Culturale di Trento all’interno del progetto artistico “Wave” dell’ Ass. Cult. Teatrincorso.

Regia: Silvia Furlan
Testo tratto da Don Giovanni di Mozart / Da Ponte
Con: Saverio Cattani, Matteo D'agostini, Marta Gagliardi, Stella Gelmini, Francesca Girardi, Davide Gnoato, Fabrizio Guerrieri, Irene Landini, Sabrina Maccagnola, Elena Manuzz, Lucio Mucci, Nicolas Predella, Luciano Recupero, Matteo Scarano, Enrico Stievano
Spettacolo degli allievi CORSO BASE della Scuola di Teatro_Spazio14

Il Don Giovanni di Mozart e da Ponte è un dramma giocoso, nome con cui all'epoca venivano definite farse del tutto assurde. Dal punto di vista formale essa è un'opera buffa (così come la chiama Mozart nel suo catalogo), con la presenza di elementi tratti dall'opera seria.
La caratterizzazione psicologica dei personaggi è il vero capolavoro di Mozart e Da Ponte. Quest’opera consente di toccare tutta la gamma dei sentimenti umani, ogni carattere viene approfondito ed elevato a paradigma della lotta tra il bene ed il male connaturata però alla gioia incommensurabile di vivere intensamente ogni momento della propria vita. Gioia, pianto, gelosia, disillusione, amore, gioco, follia, inferno e paradiso si alternano in un perfetto incastro che ne fanno una creazione perfetta, assolutamente unica nel suo genere.

La figura di don Giovanni risulta ambigua. Egli eredita e subisce fino in fondo la struttura di un desiderio che, di fatto, non può mai trovare appagamento. Se il suo desiderio non può mai pienamente realizzarsi, allora non importa affatto che i suoi tentativi di conquista vadano a buon fine: è sufficiente infatti che egli rimanga fedele al proprio impulso. Emerge una trasfigurazione dell’amore puro, per la quale diviene indifferente che l’oggetto d’amore sia posseduto in maniera virtuale oppure effettiva. Importante è il tema del rapporto tra amore e morte. Il Don Giovanni nel suo incessante desiderare, è fin dall’inizio destinato alla morte. Ciò accade perché Don Giovanni ama. Egli è destinato alla morte perché è posseduto totalmente da un desiderio che risulta inestinguibile e mai appagato. La morte, da questo punto di vista, risulta allora una vera e propria liberazione: gli impedisce di dichiararsi sconfitto, giacché nella sua ricerca, egli non potrà mai raggiungere il suo scopo. Dato che questo desiderio è per sua struttura infinito, non può neppure venir incanalato e orientato verso un qualche scopo. In Don Giovanni non è il desiderio a rivelarsi mortale, bensì il desiderante. Il desiderio, in quanto tale, è inestinguibile; esso finisce per sacrificare l’individuo stesso che ne è preda.
La terza edizione della rassegna “TRENTO NUOVA SCENA” 2013 proseguirà I giganti della Montagna di L. Pirandello (7 giugno) e La fattoria degli animali di George Orwell (15 giugno). Messe in scena che rientrano nel progetto dell’Ass. Cult. Teatrincorso “WAVE” il cui leitmotiv è la scoperta dell'“altro” per età, cultura, sessualità o religione, quale elemento fondamentale per una crescita, anche attraverso delle “crisi”, della consapevolezza della comunità. Il termine “wave” significa sia “onda” che “cenno”, “gesto” della mano, e sta a indicare il diverso approccio emotivo verso ciò che è diverso: il timore di esserne sommersi, o il tentativo di trovare, anche solo per cenni, un linguaggio comune.


organizzazione: Teatrincorso Spazio 14

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