Senza colpa. Storia di un processo
La scuola va a teatro
Scuola secondaria di secondo grado
Teatro Telaio
Senza colpa. Storia di un processo
da "Il Processo" di Franz Kafka
Regia: Valentina Salerno
Drammaturgia: Valentina Salerno
Con: Gessica Carbone, Anna Scola, Stefano Tamandi
Scenografia: D. Blu, Davide Bonetti, Francesca Danesi
Musiche: Davide Bonetti
Età consigliata: dai 14 anni
Lo spettacolo
Si può essere perseguitati e puniti per una colpa non commessa eppur di questa colpa si può portar vergogna fino alla morte e forse anche oltre. P. Levi
Il termine kafkiano, nato in riferimento allo scrittore Franz Kafka, è ormai un neologismo della lingua italiana che indica una situazione paradossale e in genere angosciante accettata come status quo, verso la quale è impossibile qualunque reazione tanto sul piano pratico che su quello psicologico.Uno degli esempi più paradigmatici di situazione kafkiana è Il Processo, in cui limpotenza viene messa in relazione alla burocrazia giudiziaria. A Josef K. un mattino, il giorno del suo trentesimo compleanno, viene comunicato larresto. La sua vita, la routine non deve cambiare, nonostante sia in stato di fermo e sotto processo. Josef K. non comprende, non accetta. Di cosa è colpevole? Di una colpa senza nome, senza oggetto. Josef cerca di rifiutare questa Legge, una Legge scritta che si manifesta come gioco tremendo che una presenza/assenza intrattiene con gli inquisiti, gli eletti. Josef K. pretende mandati darresto, atti daccusa, documenti. Il Processo diventa una discesa agli inferi nel brulichio della vita. Non solo i suoi giudici, irraggiungibili, ma perfino le guardie più ripugnanti, perfino le figure più abbiette, diventano tribunale, occhi che osservano e giudicano. Alla fine del suo percorso, del suo procedere, Josef è riconosciuto colpevole e viene condannato, o forse si lascia condannare, quasi nella convinzione che nessuno è veramente innocente. Si intuisce sopra di lui la commozione di ciò che rimane fino alla fine nascosto, la morte in tutto il suo stupore.Davanti a questo finale Max Brod chiese a Kafka Al di fuori di questo mondo che conosciamo, cè ancora speranza?. Kafka sorrise Oh, certo, molta speranza, infinita speranza; ma non per noi.
organizzazione: Teatro delle Quisquilie