Storia di un uomo
Palcoscenico Trentino
La Vetrina del Teatro Co.F.As.
Compagnia "Piccolo Teatro Pineta" di Pineta di Laives
Storia di un uomo
tratto da "Mistero Buffo" di Dario Fo con canzoni della "Buona Novella" di Fabrizio De Andrè
regia di Lina Lisciotto
interpreti Angelo Lasca, Daniela Costa, Renato Bambace, Linda Franceschini, Elena Bertoldi, Roberto Franceschini, Morena Tamiazzo, Linda Piccina, Mariarosa Travaglini, Fiorella Balbinot, Wanda Rizzo, Angelo Torrice, Daniela Belli, Catia Carraro, Riccardo Caserotti, Raffaele Iovane, Monika Perotti, Anna Pastore, Paola Marinolli
scenografie e assistenti di scena Agostino Perotti e Mauro Carli
audio/luci regia Marco Ceol, Luca Tomasi, Luciano Macchia Lina Lisciotto
canzoni suonate e cantate da Lorenza Vanzetta, Massimo Lubian, Daniela Belli, Monika Perotti, Riccardo Caserotti, Paola Marinolli, Roberto Franceschini, Ugo Cigana, Noti Klotz, Barbara Pucci, Fabio Dolzan, Stefania Tavonatti, Renato Osti, Gino Saretto, Linda Franceschini, Barbara Bernardi, Anna Pastore, Francesco Pizzino, Maria Straquadaini, Paola Barbieri, Alessandra Di Pasquale, Marino Sartin, Diego Tomba, Marco Cumerlotti, Mirco Giordani
partecipano allo spettacolo i bambini Gaia Intragnano, Martina Intragnano, Edoardo Maltauro, Andrea dAngelo, Letizia Barbieri, Anna Infantino
Questo spettacolo nasce ispirandosi a due grandi artisti italiani: Dario Fo e Fabrizio De André, due poeti, luno della prosa, laltro della musica. Dal celeberrimo Mistero buffo di Fo sono scelti i quadri riguardanti la vita di Gesù, che vengono messi in scena come un gioco di popolo, intervallati da canzoni della altrettanto celebre Buona Novella di De André, cantate e suonate dal vivo. È uninterpretazione anomala del testo del grande maestro, scritto per essere portato in scena da un solo attore: il giullare, un one man show, ma nella nostra messa in scena è il popolo che si immedesima in quella che potrebbe essere una versione delle vicende salienti della vita di Gesù. Più che uno spettacolo, diventa un messaggio di pace che vorremmo riproporre di anno in anno.
Agli interpreti è stata data facoltà di recitare la parte nella lingua o vernacolo più congeniale, troviamo dunque personaggi che parlano in romanesco, in napoletano, in solandro, in trentino e in lingua italiana. È stato scelto di vestire in maniera povera, le tuniche indossate sono puramente simboliche, non trattandosi di una rievocazione storica ma semplicemente di un nostro modo per parlare del messaggio che Gesù voleva spargere sulla Terra: la semplicità, lamore verso il prossimo, la distanza dal Potere.
organizzazione: Co.F.As. Compagnie Filo Associate